VERSO IL FALLIMENTO LA STREGLIO DI NONE NATA UN SECOLO FA
La Streglio, la rinomata ditta nonese produttrice di cioccolato, sta andando verso il fallimento. Uno dei creditori dell'industriale tarantino Antonio Borsci ha presentato istanza in tal senso. È possibile che la Procura di Pinerolo, che starebbe già indagando sulla situazione patrimoniale dell'azienda di via Sestriere, decida di richiedere una misura analoga rivolgendosi a sua volta al giudice fallimentare.
È probabile quindi che lo storico stabilimento di None si avvii verso la chiusura definitiva tra non molto tempo, aprendo un'altra ferita nell'occupazione del Pinerolese. La possibilità del fallimento non giunge inaspettata, in quanto da tempo la Streglio navigava in cattive acque e da un paio d'anni la situazione s'era fatta seria e a tratti drammatica con il continuo ricorso alla cassa integrazione e il progressivo calo dell'occupazione che di anno in anno si è registrato.
Da mesi la cancellata dello stabilimento è "picchettata" dalla bandiere rosse del sindacato Flai-Cgil di Pinerolo. «Sono il segnale, per chi passa, del malessere di questa azienda», ha dichiarato più volte Vincenzo Bertalmio. In una recente intervista Antonio Borsci aveva detto: «Da quando ci sono io alla Streglio nessuno è stato licenziato e gli stipendi sono sempre stati pagati», ma non si era nascosto le difficoltà dell'azienda sia dal punto di vista commerciale sia strutturale (il crollo del capannone-magazzino dello scorso inverno che aveva impedito la produzione per la Pasqua).
La Streglio era stata fondata nel 1924 da Pietro Arturo Streglio, torinese che abitava in via della Consolata 5. La Streglio giunge a None nel 1974. È stata acquistata successivamente dalla Pernigotti, dalla Parmalat che la mise a terra e poi dalla famiglia Borsci di Taranto e infine dal solo Antonio, che è titolare unico da un anno.
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Paola Molino