La Valpe perde l'attimo fuggente
Renato Cesarini dorma sonni tranquilli: la fase conclusiva delle partite continuerà a chiamarsi col suo nome. Di certo non sarà ribattezzata "zona Valpe", visto che gli ultimi tre confronti hanno visto i torresi soccombere - rispettivamente - al 58'52" (col Renon), al 58'02" (ad Asiago) e al 56'54" (col Fassa). Solo la contemporanea flessione di Alleghe e Cortina ha impedito alle venete di prendere il largo in classifica: la lotta play-off rimane aperta, ma la Valpe Arce - per crederci ancora - deve ritrovare cinismo e attenzione difensiva.
«Abbiamo bisogno di riposo mentale e fisico», commenta Alain Vogin prima del rompete le righe. Il calendario propone infatti una pausa: un po' per le Olimpiadi di Vancouver, un po' per i test match della Nazionale (che ai Giochi non si è qualificata). Quindi: Pat Iannone, Anthony Aquino e Luca Frigo in azzurro - quest'ultimo in Under 18 - tutti gli altri a zonzo, salvo ripresentarsi riposati e in piena forma per il ritorno sul ghiaccio. Il prossimo appuntamento agonistico è di quelli decisivi: giovedì 18, alle 20,30, i torresi sono attesi all'"Alvise De Toni" di Alleghe. Un vero spareggio, importante almeno quanto l'attesissimo Valpe-Cortina di sabato 27.
Mancherà David-Alexandre Beauregard, che si è accordato con la società per la rescissione consensuale del contratto. David, giunto a Torre con le stimmate del cannoniere, è incappato in una stagione-no. Relegato in tribuna, ha chiesto - per ritrovarsi - di concludere l'anno in Nord America (a Tulsa ha lasciato ottimi ricordi).
«Vorrei ringraziare i tifosi - dice "Beau" a "L'Eco" -. La mia esperienza a Torre Pellice è stata davvero eccezionale e la ricorderò per sempre, nonostante le cose non siano andate come sperassi». Non sono parole di circostanza, ma quelle di un serio professionista e di un'ottima persona.
Per la Valpe il taglio di David è un "sacrificio" che consente di risparmiare qualche migliaio di euro: un mattoncino su cui edificare la prossima avventura. Perché il team leader Fausto Barale l'ha detto chiaro: «Non dobbiamo essere una meteora, in questa serie A».
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino