Gli insulti alla ragione

Non c'è il pensiero unico, né a destra né a sinistra

Se non condivido un'idea o una proposta è corretto motivare il parere contrario con altre idee, altre proposte. Ma non accade sempre così. Anzi. C'è un'opposizione che si esprime attraverso l'insulto, la denigrazione dell'avversario. Invece della ragione prendono il sopravvento i bassi istinti.

Saranno scritte sui muri - è accaduto recentemente a Saitta, all'on. Merlo, anche a partiti e gruppi come la Lega o Pd - o sono semplici telefonate o affermazioni avventate. Diversi gli strumenti, tutti uniti da un unico filone: la sragionevolezza.

Oggi c'è la Tav in primo piano. Giusto contrastarla se si hanno valide argomentazioni, ma altrettanto giusto che chi governa possa fare comunque delle scelte, dolorose anche, che dividono l'opinione pubblica. Battaglia sulle idee ma non l'insulto.

È accaduto anche recentemente nei confronti de "L'Eco": volgari insinuazioni via telefono, ovviamente da persone rimaste anonime.

Non anonimo, invece, quel sindaco della pianura che nei confronti de "L'Eco" ha usato pretestuosamente, e senza alcuna motivazione, frasi insinuanti adducendo il fatto che: «C'è libertà di parola». Anche di insulto?

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Paola Molino