AD UN INGLESE RACCHETTEINVALLE DI PRAGELATO
Mentre la maggior parte degli appassionati di corsa stava congelando nella nebbia novarese per i societari di corsa campestre, una fetta di fortunati corridori e marciatori si godeva lo splendido sole di Pragelato.
La stupenda giornata ha attirato quasi 2.000 persone sulle piste innevate, le stesse che, quattro anni prima, avevano visto le imprese degli azzurri del fondo alle Olimpiadi. Paradossale ma vero: dove erano nati e si erano realizzati sogni a cinque cerchi, ora si procede lentamente con le racchette ai piedi.
Ma va bene così, la gente che apprezza questa romantica disciplina è tanta, ed è questo ciò che conta.
Moltissimi i non competivi, qualcuno agghindato come uno yeti, altri in pantaloncini corti, alcuni col cane al guinzaglio, altri intenti a spingere con fatica il passeggino sul manto bianco. Un po' più avanti gente che si prepara tutto l'anno per correre il più velocemente possibile con le racchette ai piedi, con in testa una vittoria che regala il titolo europeo della specialità.
C'è poi chi è contentissimo ed apprezza i ristori abbondanti «bisognerebbe portarsi seggioline e tavolino e fermarsi a fare il pic-nic…», e chi borbotta e spiega che «18 euro a testa di iscrizione sono troppi. Noi in famiglia siamo in quattro: che senso ha imporre una tassa del genere? Meglio non iscriversi e partecipare senza pettorale!».
Ma alla fine si entra al bar soddisfatti e, davanti ad un caffè bollente, si programma già la prossima uscita sulla neve. Con le ciaspole ai piedi, ovviamente.
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Paola Molino