Libere licenze per bar e ristoranti?
In un futuro non troppo lontano anche a Pinerolo, come già accade altrove (grazie ad una legge regionale), saranno liberalizzate le licenze degli esercizi di bar e ristoranti. Lo ha detto il sindaco Covato ai rappresentanti delle associazioni di categoria del commercio in un incontro tenutosi giovedì scorso in municipio. Liberalizzazione significa che l'aspirante barista o ristoratore potrà aprire senza bisogno dell'autorizzazione, o meglio non nella forma attuale che tiene conto del rapporto tra numero di abitanti e pubblici esercizi. Spiega Covato (che quando destituì l'assessore Berti tenne per sé la delega al Commercio): «Ovviamente non sarà lasciato tutto al libero arbitrio del singolo ma saranno introdotte condizioni ben precise area per area. L'obiettivo è agevolare l'apertura di bar e ristoranti in zone commercialmente deboli e porre maggiori vincoli nei punti già coperti da attività di questo tipo». L'Amministrazione si è messa all'opera per elaborare un regolamento provvisorio che stabilisca i vincoli da rispettare (tra i quali potrebbero rientrare il numero di parcheggi e la dimensione del locale, compreso il dehors) e un Piano di qualificazione urbana che permetta di identificare le vie attraverso il tipo di insediamento. «Mi piacerebbe caratterizzare una strada per la ristorazione etnica, un'altra per la preparazione di prodotti tipici, e così via», continua. La questione licenze è da sempre delicata, specie per i suoi risvolti economici: attualmente una licenza per bar sul mercato di Pinerolo ha un certo valore, che in caso di liberalizzazione verrebbe a decadere. Il presidente di Cna commercio Paolo Reita ha chiesto di tener conto del fatto che oggi «a Pinerolo il numero di bar e ristoranti supera del 23 per cento la media provinciale».
Daria Capitani
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