La giornata per la vita con il pensiero ad Haiti

La parola del vescovo

La “Giornata per la vita”, fissata alla prima domenica di febbraio, ci interpella sul grave dovere di servire la vita come dono prezioso di Dio.

Il momento che stiamo attraversando, appesantito dalla crisi finanziaria e dalla mancanza di lavoro, crea inquietudine in tante famiglie, soprattutto mette sfiducia nei giovani tentati di guardare al futuro senza entusiasmo, anzi con rassegnazione.

Il messaggio dei vescovi italiani per questa giornata è all’insegna della speranza. La crisi esiste, ma non deve schiacciarci. Può costituire un’occasione per renderci più decisi nel «denunciare quei meccanismi economici che, producendo povertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offendono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi». Anche in questa situazione di difficoltà economica, il cristiano deve testimoniare con le proprie scelte che non è il benessere a costituire la dignità della vita, «perché la vita stessa è la prima radicale ricchezza, e perciò va strenuamente difesa in ogni suo stadio». Benedetto XVI, nell’enciclica Caritas in veritate, afferma che «l’apertura moralmente responsabile alla vita è una ricchezza sociale ed economica».

Inoltre in questa "Giornata per la vita" non possiamo non andare con il pensiero ad Haiti e impegnarci, con la nostra solidarietà, a concorrere alla ricostruzione di quel Paese, perché la vita risorga dalle macerie e riprenda il suo cammino.

La metà dei feriti sono bambini e adolescenti. Sul quotidiano Avvenire del 25 gennaio veniva riportato questo dato: «Secondo una stima fatta da ricercatori dell’ospedale pediatrico di Los Angeles e della University of Southern California, circa la metà di tutti i feriti, qualcosa come 250mila persone, sono bambini o adolescenti. Siccome il 35 per cento della popolazione di Haiti ha meno di 15 anni, la stima è che i bambini rimasti coinvolti nel terremoto siano almeno 110mila, cioè il 44 per cento di tutte le persone coinvolte». La sofferenza del popolo haitiano diventi icona a cui fare riferimento in questa “Giornata per la vita”. Il terremoto ha messo in evidenza le piaghe di questo Paese tra i più poveri del mondo. Non possiamo restare indifferenti. Credere nella vita significa impegnarci a dare dignità alla vita.

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Paola Molino