A Pinerolo nessun falò valdese
La Chiesa valdese di Pinerolo avrebbe voluto quest'anno accendere in piazza d’Armi il falò in occasione del 17 febbraio, in ricordo del riconoscimento dei diritti civili per la minoranza valdese e per la ricorrenza dei 150 anni dalla costruzione del tempio di via dei Mille. «Tempio – riferisce il pastore Gianni Genre – che altro non è che un segno della nostra volontà di costruire una presenza protestante e di diventare un interlocutore nel dialogo religioso e culturale del nostro Paese. L’allestimento del falò nel cuore di Pinerolo voleva offrire un momento di gioia e ribadire l'impegno a favore di un Paese e di un mondo dove venga riaffermata la libertà di coscienza e di religione per tutti e dove venga superata ogni traccia di intolleranza». Non c'è alcuna intenzione polemica l'avere ora spostato il falò a Bricherasio, in località Gioietta, se non l'avere riconosciuto l’estrema difficoltà per l’allestimento a causa dei vincoli legati alle norme antincendio. «In questo senso - prosegue Genre – non vogliamo che vi siano deroghe alle norme vigenti. Se vi sarà una revisione delle complesse normative che rendono impossibili manifestazioni come la nostra, ci dichiariamo disponibili fin da ora ad allestire, insieme al Comune stesso, il falò del 16 febbraio 2011 in piazza d’Armi, un modo anche questo di contribuire a creare uno stato laico e solidale».
Vogliamo offrire un giornalismo che sia presidio di cittadinanza e di democrazia, forza trainante per il territorio, strumento per comprendere cosa succede nella nostra società e nel mondo.
Paola Molino