I bisturi non sono coltelli

Una buona cura presuppone un buon rapporto medico-paziente. E un buon medico non può trascurare la qualità di questa relazione. Lo sanno bene Stefano Amasio e Antonio Palumbo, rispettivamente primario e aiuto del reparto di Oculistica dell'ospedale Agnelli di Pinerolo, promotori per la parte sanitaria del convegno di giovedì scorso "La responsabilità professionale del medico", anche se il loro operato non è mai stato oggetto di denunce. «Questo convegno è un'occasione per tutti i medici - afferma il dott. Palumbo -, un punto da cui partire anche per capire come lavorare meglio». Creare fiducia, comunicare è fondamentale, favorisce il clima di collaborazione e distensione indispensabile ad una migliore riuscita del percorso terapeutico. Ma l'organizzazione del convegno aveva anche un altro importante obiettivo: «Aprire un confronto, avere un colloquio con la Magistratura - afferma il dott. Amasio -. Penso che questo confronto interessi tutti i medici, e anche i magistrati, poi chiamati a sentenziare su questioni molto complesse e delicate». Una collaborazione che nel convegno è stata più volte auspicata dalla stessa Magistratura. «Negli ultimi anni - prosegue il "nostro" primario - qualcosa nell'atteggiamento dei giudici è già cambiato: ora il bisturi - ironizza - non è più considerato un'arma impropria».

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Paola Molino