Case antisismiche per tutti i piemontesi
Che la Giunta regionale del Piemonte abbia ridefinito, il 19 gennaio, la mappa del rischio sismico, l'abbiamo già anticipato la scorsa settimana. Cosa - in concreto - questo voglia dire è assai più difficile asserirlo. L'interregno di 120 giorni, annunciato dall'assessore Luigi Sergio Ricca, prima che le norme diventino vincolanti servirà probabilmente (anche) ad apportare eventuali correttivi in corso d'opera.
La sostanza è presto riassunta: il Pinerolese pedemonatano e montano - per ragioni storiche - era considerato zona a "rischio 2", cioè il secondo per importanza. Oggi è stato "declassato" a "zona 3", come gran parte del Piemonte occidentale. Per l'edilizia privata questo non comporta particolari cambiamenti: si è abituati a costruire secondo le norme antisismiche e si continuerà a farlo. I controlli sulla costruzione, effettuati dall'Arpa, riguarderanno una percentuale non inferiore al 40 per cento degli edifici.
Qualche novità - non di poco conto - riguarderà invece le opere pubbliche strategiche (ponti, scuole, ospedali) per le quali non sarà più necessaria l'autorizzazione preventiva.
Di segno opposto, invece, le variazioni introdotte per i Comuni della pianura. E non solo perché alcuni sono stati "promossi" da "zona 4" (rischio bassissimo) a "zona 3" (rischio basso). Per tutti i Comuni piemontesi il nuovo regolamento ratifica i criteri generali di sicurezza a tutela della pubblica incolumità. «Tali norme - sottolineano in Regione - si applicano indistintamente a tutte le costruzioni, indipendentemente dalla zona di classificazione sismica in cui sono edificate. È da ritenersi concluso il periodo transitorio durante il quale era consentito alle Regioni di non introdurre la progettazione antisismica in zona 4».
Per dirla semplice, tutte le nuove case piemontesi dovranno essere progettate con criteri antisismici: «L'incremento del costo di costruzione delle nuove strutture è qualificabile in un 10 per cento circa - afferma Franco Picotto, ingegnere strutturista con studio a Cavour -. Inoltre ci saranno maggiori limitazioni agli interventi in edifici esistenti».
Daniele Arghittu
(ha collaborato Alberto Maranetto)
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