Domenica 5 giugno, dopo aver tentato il suicidio, aveva minacciato famigliari, soccorritori e pure i carabineri con una katana (la tipica spada giapponese). Un brigadiere era stato aggredito con un pugnale sul giubbetto antiproiettile e nemmeno due colpi di pistola erano bastati a fermare la furia del 29enne, già in cura per problemi pischiatrici.
Ore di paura in quella villetta ai piedi della collina di Pinerolo, quando il padre lo aveva trovato nella vasca da bagno con i polsi tagliati. Il giovane, temendo che il padre volesse portarlo in ospedale, aveva reagito con violenza all'arrivo dell'ambulanza e dei carabineri. Solo con molta fatica il capitano Iacopini era poi risucito ad immobilizzarlo. Sedato e ricoverato in ospedale, oggi il giovane è incriminato per tentanto omicidio. La novità viene dalla perizia pischiatrica, affidata dal giudice Gianni Reynaud al dott. Roberto Keller e consegnata ieri mattina nel corso dell'incidente probatorio. Lo psichiatra torinese, dirigente medico all'Asl To2, ritiene che il giovane non sia totalmente incapace di intendere e di volere. Questo significa che imputabile. Ora Reynaud ha riconsegnato gli atti al pm Chiara Maina che dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio.