Ieri il giudice del Tribunale di Torino Alessandro Santangelo ha condannato Michele Giovine a due anni e 8 mesi di carcere e il padre Carlo a due anni e due mesi.
Il giudice ha ritenuto false 17 delle 19 autenticazioni, da parte dei due imputati, delle firme di accettazione delle candidature sui moduli della lista "Gruppo Pensionati con Cota", che alle ultime elezioni contribuì alla vittoria dell'attuale Governatore del Piemonte. Giovine, ricordiamolo, iniziò la sua avventura politica come consiliere comunale ad Osasco e poi a Porte dove nel 2004 già fu implicato in una vicenda di firme contraffate, per la quale ai tempi scelse l'oblazione. Accanto all'attuale procedimento penale, concluso ieri in primo grado, sono in corso anche quello amministativo e il processo civile per querela di falso: tutti potrebbero portate all'annullamento delle elezioni o alla vittoria di Mercedes Bresso.