Lucidità nel caos, prontezza, autocontrollo e tanta buona volontà anche quando sembra che non ci sia più nulla da fare. Qualità che sovente si tirano fuori solamente nei momenti più difficili; sicuramente ora lo sanno bene Livio Martina e Antonio Bua, componenti della squadra di calcio camminato Pinerolo-Luserna che ieri sera hanno salvato la vita al portiere della squadra avversaria, accasciato a terra a causa di arresto cardiaco durate una partita.
I FATTI: IL MALORE IN CAMPO E IL MASSAGGIO CARDIACO
È mercoledì sera, in un palazzetto nell'hinterland di Novara. Si sta disputando la partita di calcio camminato (una forma di calcio a cinque dove non si può correre e non c'è contatto fisico) della Lega Nazionale Dilettanti over 60 tra il Pinerolo-Luserna Football Walking Asd e la squadra padrone di casa. Ad un certo punto della gara il signor Franco, 77 anni, portiere della squadra novarese avverte un malore; si accascia a terra una prima volta, i compagni lo aiutano a rimettersi in piedi ma dopo pochi secondi crolla a terra una seconda volta e non si rialza più. Attorno lui c'è confusione, preoccupazione: non è un malanno qualunque. Qui intervengono Livio Martina, allenatore del Luserna Calcio e Antonio Bua, direttore delle Poste di Pinerolo in pensione. «Sono arrivato quando era già a terra, subito abbiamo capito che si trattava di un arresto cardiaco» spiega Livio Martina, «ho visto che gli stavano facendo un massaggio sbagliato e ho deciso di prendere in mano la situazione». Immediatamente Livio e Antonio fanno chiamare il 118 e prendono le pulsazioni. Zero. Il cuore di Franco in quel momento non stava battendo. «Ho iniziato a fare una serie di 30 massaggi cardiaci come dice il manuale. Era più di là che di qua». Per un attimo il cuore di Franco ha ripreso a battere; dieci secondi non di più, poi ha di nuovo smesso di respirare. «Nel mentre qualcuno ha portato il defibrillatore del palazzetto. Abbiamo seguito le procedure indicate e collegato le piastre al corpo. Quando è arrivato il messaggio abbiamo allontanato tutti, premuto il pulsante ed è partita una scarica violentissima». Franco torna a respirare; pochi secondi e di nuovo va in arresto cardiaco. «Il defibrillatore indicava di non procedere con una seconda scarica ma di continuare a massaggiare e così ho fatto». Ci sono volute due serie di massaggi prima che il cuore riprendesse a funzionare: «Me lo ricordo nitidamente, al 28esimo massaggio della seconda serie ha ripreso conoscenza. Franco era spaesato e non lucido perché la prima cosa che ha detto è stata: "Ho parato bene?"». Pochi attimi dopo sono arrivati i soccorsi e il medico si è congratulato con i due giocatori della squadra pinerolese.
«NON SIAMO EROI; È SENSO CIVICO»
«È stata una bella lezione» commenta il giorno dopo Livio Martina, «Un conto è fare il massaggio su un manichino, ma la realtà è tutt'altra storia. Nello spogliatoio mi tremavano le gambe. Sul pulman di ritorno si è parlato poco e riflettuto tanto. Non chiamateci eroi, abbiamo fatto quello che andava fatto. Non tirarsi indietro in queste situazioni, anche quando si ha paura, è un dovere civico che tutti dovremmo rispettare. Invito la gente a prepararsi per queste evenienze e partecipare ai corsi della Croce Rossa. È utile». Non utile, di più, può salvare la vita.