Chiara è andata via. Aveva solo 28 anni, un sorriso radioso e un amore per la montagna che la portava a scalare vette e rincorrere sogni.
Sopraffatta da un peso troppo grande, in una gelida sera d'inverno di due anni fa si è tolta la vita impiccandosi ad un termosifone a parete.
Era figlia unica. E chi è rimasto ancora oggi non si dà pace. Suo papà è un medico stimato, molto conosciuto a Orbassano.
La mamma Cristina, prima del dramma che ha sconvolto le loro esistenze, faceva la farmacista. I genitori non si rassegnano a considerare quello di Chiara un suicidio.
Il suo malessere venne fuori solo a 23 anni: attacchi di panico, ansia, insonnia, incubi. La ragazza era stata vittima di molestie da bambina, quando aveva cinque o sei anni.
L’orco sarebbe stato un parente insospettabile, mancato qualche anno fa. «Suicidio – dice il papà – è un termine inesatto. Chi pone fine alla sua vita a causa di una violenza è vittima di un "omicidio psichico" e il suo aguzzino è un assassino».
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