Vinovo: inizia la demolizione dell’ex Cottolengo

06/08/2024 - 14:00

Nel silenzio agostano, le ruspe stanno cancellando la memoria fisica del complesso dell'ex Cottolengo. La memoria morale era già nei cassetti: gli edifici infatti, abbandonati ormai da tre decenni, erano un simulacro del passato con polverosi cortili e le recenti visite guidate avevano ampliato la sensazione di degrado in tutto il complesso.

La storia

Serve un passaggio per le tre fasi della storia del luogo, cominciando dall'inaugurazione del 1889 della Piccola Casa di Divina Provvidenza, voluta da don Luigi Altina per inizialmente dieci ricoverati. Poi i lasciti di tanti vinovesi, il lavoro volontario per i lavori di preparazione e manovalanza, e tra il 1891 e il 1895 venne costruito l'edificio principale opera di Crescentino Caselli. Nacquero poi edifici accessori, un borgo con tanti cortili, la struttura arrivò ad avere 100 ricoverati e 60 suore e diverse attività.

Il "Cottolengo" vinovese divenne orto, azienda agricola e caseificio con produzioni utili alla casa madre torinese. E poi altro: durante la prima guerra mondiale il complesso divenne un lazzareto per i soldati galiziani, nella seconda luogo di protezione per gli abitanti durante i bombardamenti e anche nascondiglio per americani in fuga, partigiani feriti e luogo di cura anche per tedeschi ammalati.

La seconda fase della storia riguarda un declino dovuto alla carenza di vocazioni, alla difficoltà di adattare gli spazi per le nuove esigenze abitative, fino alla chiusura a cui seguirono diverse ipotesi, studi del Politecnico sul riuso, fino ad un decennio fa quando una società astigiana (Eco-Logica Progetti s.r.l.) comprò l'intero complesso tenendosi l'antico borgo, lasciando al comune l'edificio principale e il giardino storico vincolato dalla Sovrintendenza.

I nuovi progetti

L'ultima fase della storia è l'oggi, con tre diversi capitoli. La società astigiana intende costruire una Residenza Socio Assistenziale con un progetto che prevede la ricostruzione del borgo demolito: costruzioni a due piani, diversi cortili, stile architettonico in linea con il luogo originale. Queste demolizioni sono quindi propedeutiche alla realizzazione, spiega il vicesindaco Gianfranco Guerrini: <<La burocrazia rallenta i tempi e nel frattempo il mondo cambia, la società intende realizzare la Rsa ed ha assolto ad ogni passaggio tecnico ed economico. Non abbiamo tempi attuativi ma chiaramente l'inizio lavori è un segnale positivo, se il tutto avvenisse in contemporanea con il lavoro nella parte pubblica potrebbero nascere sinergie utili a tutti>>.

Le demolizioni su via Altina hanno lasciato in piedi soltanto l'edificio d'ingresso dove vi è la cabina elettrica che deve trovare una nuova collocazione. Ancora Guerrini: <<Quando vi sarà il termine lavori e le condizioni di sicurezza, le mura perimetrali arretreranno e via Altina verrà allargata>>.

Il secondo capitolo contemporaneo è il recupero dell'edificio principale, di proprietà pubblica, grazie a circa 9 milioni di euro di finanziamento dal PNRR. Lavori in corso con un approccio conservativo e un futuro ricco di belle ipotesi come l'ampliamento degli spazi aggregativi e di formazione, e sarà un edificio al top in materia di autoproduzione energetica. Progetto di grande bellezza in ogni suo spazio, con qualche qualche timore espresso dall'opposizione consiliare sui costi della futura gestione.

Terzo capitolo: il giardino storico. Circa 13 mila metri quadri su cui vi è un progetto in itinere, costo presunto attorno ai 900 mila euro di cui circa 750 mila finanziati da Fondi Europei. Chiude Guerrini: <<Alla fine di questi lavori e con il nuovo asilo nido nel terreno confinante, l'area diventerà centrale nella vita del paese, con il recupero di un luogo della memoria del paese e un nuovo futuro>>.

Claudio Tartaglino