Presentato il progetto dell'ex Cottolengo, un bel pomeriggio dove sono state toccate le corde della memoria, con la malinconia positiva per una società vinovese che a fine '800 seppe farsi coinvolgere da don Luigi Altina, realizzando un opera a tutela degli ultimi quando gli ultimi, per lo Stato, non esistevano. Un secolo di opere sociali nel nome della Piccola Casa della Divina Provvidenza, l'abbandono e per due decenni l'edificio ha vissuto neghittoso e subendo le offese dell'incuria e del vandalismo, resistendo con la sua eleganza pragmatica e senza sfarzi, in attesa di un nuovo ineluttabile futuro oggetto di progetti dalle amministrazioni comunali dal 2008 in avanti.
La svolta è stata la concretezza dell'acquisizione da parte del comune nel 2018 in seguito a dismissioni da parte della società che realizzerà la Rsa nelle altre parti dell'area interna alle mura, e poi i 9 milioni del PNRR hanno premiato i progetti incentrati su formazione, e inclusione e coesione. La Settanta7 che ne cura la progettazione ha usato la contemporaneità rispettando la storicità dell'edificio, con un ragguardevole efficientamento energetico, e ne ha disegnato un nuovo futuro grazie alla versatilità che solo la bellezza autentica di edifici come questo possono avere.
Mercoledì sull'edizione cartacea i dettagli, anche della storicità dell'iter.