Nei giorni a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio dell’anno nuovo non si sono fermate le rivendicazioni dei sindacati che chiedono la stabilizzazione dei lavoratori precari del Pastificio Rana nello stabilimento di Moretta. Il 18 dicembre un gruppo di lavoratori che aderiscono alle sigle Uiltemp e Nidil Cgil ha distribuito volantini durante la Fiera del Cappone per tornare a chiedere l’assunzione diretta dei circa 230 (su circa 350) addetti alla produzione che operano nel Pastificio attraverso diverse società di somministrazione di manodopera.
Mercoledì 20 i rappresentanti dei lavoratori somministrati, Nidil e Uiltemp, hanno incontrato il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo e il sindaco di Moretta Giovanni Gatti, ma nell’incontro non sono stati fatti passi avanti sostanziali.
La protesta
L’inizio delle proteste risale a un mese fa: a fine novembre Nidil e Uiltemp, a cui si aggiungeva anche Felsa Cisl, avevano organizzato un presidio davanti allo stabilimento per segnalare l’inizio della mobilitazione. «I lavoratori somministrati - denunciava Sophia Livingstone di Nidil Cgil - svolgono le stesse mansioni dei dipendenti diretti ma con contratti diversi». I sindacati denunciano la non applicazione degli accordi aziendali, la mancanza totale del premio per alcuni lavoratori, e alla fine dell’anno un danno salariale che arriverebbe fino a 3.000 euro a testa a causa di tecnicismi nel conteggio delle ore di assenza.
Nei mesi precedenti le tre sigle avevano chiesto alla società l’assunzione diretta del personale con più di quattro anni di anzianità, oltre a una serie di altre misure che riguardano la gestione delle ferie, dei cambi di orario dei turni e del lavoro nei periodi di picco. «Molte delle richieste - spiega Livingstone - sono state disattese. Al 1° novembre solo 23 lavoratori erano stati assunti». Così è iniziata la protesta.
«Questa precarietà strutturale è un comportamento inspiegabile perché non parliamo di un’azienda in crisi e neanche di prodotti sperimentali. Per legge i lavoratori diretti e i somministrati dovrebbero avere lo stesso trattamento ma in questo caso, e in molte altre aziende, non è così. In caso di controlli le sanzioni arrivano al massimo a 250 euro all’anno per lavoratore. Molto meno di quanto viene risparmiato». Secondo i sindacalisti, quando i lavoratori denunciano queste situazioni riescono sempre a recuperare somme importanti. «Ma le aziende sanno bene che solo una minima parte dei lavoratori accetta di andare in causa. La maggior parte di loro non procede; tra chi inizia, molti accettano una proposta transattiva inferiore a quanto gli spetterebbe. Si tratta di una vera e propria strategia imprenditoriale che cerchiamo di contrastare in ogni situazione».
Quattrocento lavoratori
A Moretta e dintorni il Pastificio Rana è uno dei maggiori datori di lavoro. Nel suo stabilimento lavorano circa 400 persone, di cui circa 350 addetti alla produzione (tortellini, lasagne e sughi). Pochi giorni dopo l’inizio della mobilitazione il Pastificio ha annunciato nuovi importanti investimenti. L'azienda ha fatto sapere di aver concluso un accordo con il ministero del Made in Italy grazie al quale la produzione delle lasagne alla bolognese lascerà il Belgio, dove Rana aveva portato le linee produttive nel 2006. L’accordo prevede investimenti per 78 milioni di euro e un incremento occupazionale di 96 lavoratori, entrambi spalmati sugli impianti di Moretta, Gaggiano (Milano) e la sede di S. Giovanni Lupatoto (Verona). In cambio il Ministero garantirà 9,6 milioni di euro di agevolazioni a fondo perduto e la Regione Piemonte una compartecipazione pari a 350mila euro. «Questo accordo - commentava Gian Luca Rana, amministratore delegato - conferma la volontà di rendere i nostri stabilimenti italiani centri di sempre maggiore eccellenza».
La trattativa
Mercoledì 20 dicembre i sindacati dei somministrati, con l’intercessione del presidente della Provincia e del sindaco, avrebbero voluto incontrare anche i rappresentanti del Pastificio Rana e quelli delle agenzie di somministrazione, ma questi non erano presenti. Al termine dell’incontro il presidente della Provincia Robaldo si è impegnato a favorire la ripresa delle trattative tra i sindacati dei somministrati, Rana e le agenzie, eventualmente con l’intervento di Confindustria Cuneo. I sindacati ne danno una «valutazione positiva, che dovrà tuttavia concretizzarsi in un risultato concreto: la ripresa delle trattative». Piccoli passi avanti, ma nella sostanza non è cambiato nulla.
L’azienda da parte sua ha scelto di non trattare con i lavoratori somministrati, ovvero quelli che avanzano delle richieste, ma solo con le sigle sindacali che rappresentano i lavoratori assunti stabilmente. Infatti nelle stesse ore in cui Nidil e Uiltemp incontravano Robaldo e Gatti, la direzione dello stabilimento incontrava i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila.
«Per Moretta così come per gli altri stabilimenti Rana - spiega l’azienda all’Eco del Chisone - non c’è mai stato un tavolo negoziale con Nidil e UilTemp, in quanto Pastificio Rana incontra da sempre regolarmente le organizzazioni sindacali di riferimento del settore alimentare rappresentanti dei propri lavoratori».
Abbiamo chiesto all’azienda come risponde alla richiesta di assumere a tempo indeterminato i somministrati partendo da quelli con più anzianità. Il Pastificio risponde che «nella periodica contrattazione integrativa con i sindacati del settore alimentare sono previsti e vengono sottoscritti anche accordi per la stabilizzazione dei lavoratori interinali».
Stabilizzazioni: il 10 percento in 4 anni
L’azienda si riferisce al fatto che alla fine del 2022 il Pastificio Rana Spa ha firmato un accordo integrativo per i lavoratori con i sindacati Flai, Fai e Uila. L’accordo, firmato dalle segreterie sindacali delle sezioni veronesi, sarà in vigore fino al 2025 e non riguarda solo Moretta ma tutti i cinque stabilimenti italiani del gruppo. L’accordo prevede che l’azienda si impegni, entro il 2025, ad assumere almeno il 10 percento di chi ha un contratto a termine o di somministrazione. Per Moretta questo vorrebbe dire 23 assunzioni in 4 anni, tagliando fuori oltre 200 somministrati che non potrebbero aspirare a un miglioramento.
Se da una parte l’accordo integrativo è stato firmato da Flai, Fai e Uila, che sono dunque i legittimi interlocutori nelle trattative con l’azienda, dall’altro i contratti di lavoro di queste tre sigle rappresentano appena un terzo di quelli nello stabilimento di Moretta, una minoranza. A Moretta, sostengono Nidil e Uiltemp, «sono riusciti a raggiungere addirittura il 66% di precarietà con una fabbrica che occupa due precari su tre lavoratori. È inaccettabile che Rana pensi di non confrontarsi con il sindacato che rappresenta la maggioranza delle maestranze per trovare soluzioni. Proprio da qui abbiamo chiesto l'impegno alle istituzioni di affrontare il problema».
Dopo l’incontro di mercoledì 20, i sindacati che rappresentano gli assunti hanno diramato un comunicato stampa di segno completamente diverso da quello dei colleghi. «Nel 2023 - scrivono Flai, Fai e Uila - [...] sono stati mantenuti gli impegni previsti dall’accordo di gruppo di secondo livello con una stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori maggiore a quella prevista». E ancora: «L’azienda si è impegnata ad andare oltre a quanto previsto dall’accordo con ulteriori stabilizzazioni; sono calendarizzati incontri a partire dai primi mesi del 2024 per confrontarsi in merito».
I rappresentanti degli assunti non erano a fianco dei loro colleghi somministrati durante i presidi. «Ma il percorso prosegue - ci spiega Loredana Sasia, segretaria generale Flai Cuneo -. Gli accordi integrativi sono il primo passo, dopodiché continuiamo a impegnarci per ottenere di più. Da parte dell’azienda vediamo l’impegno a venirci incontro».