"Map" fasulle: l'ex sindaco di Castagnole condannato a 4 anni

14/12/2023 - 12:25

Quattro anni di reclusione per aver commesso tre falsi, relativi a tre Map fasulle, assolto dalla più pesante accusa di corruzione in atti giudiziari: questa la sentenza emessa questa mattina dai giudici della Terza sezione penale del Tribunale di Torino (presidente Marcello Pisanu, a latere Immacolata Iadeluca e Milena Chiara Lombardo) per l'ex sindaco di Castagnole Sergio Nidola, classe '62, dipendente dell'ufficio edilizia di Moncalieri e già presidente del Consorzio socio-assistenziale Cisa 31. Per la corte una breve camera di Consiglio, che ha concluso un processo, celebrato in rito ordinario, partito quest'estate e articolato in tre udienze. Il geometra questa mattina ha preferito non presenziare. «E' molto provato», ha sintetizzato il suo difensore, avv. Francesco Rotella. E, dopo la requisitoria del pm Gianfranco Colace che martedì 5 dicembre ne aveva chiesto la condanna a 8 anni, è facile comprendere le ragioni della prostrazione del noto professionista ed ex amministratore pubblico.

I giudici hanno però deciso altrimenti: tra 90 giorni conosceremo anche le motivazioni. «Confidiamo anche nell'assoluzione per i falsi: siamo convinti della correttezza dell'operato di Nidola e la dimostreremo in appello», anticipa l'avv. Rotella, che intanto non può che essere soddisfatto dell'importante risultato incassato questa mattina con l'assoluzione di Nidola dall'accusa di corruzione.


Un passo indietro

La vicenda, partita nel 2019 e coordinata dal pm Colace, aveva coinvolto anche il sindaco di Moncalieri Paolo Montagna e Anna De Luca, presidente dell'ass. "Gruppo trasmissioni" della Protezione Civile moncalierese: entrambi avevano scelto la strada del patteggiamento, "concordando" con la procura pene, rispettivamente, di 10 e 14 mesi.

Per tutti l'accusa è di aver pilotato le Map, un acronimo che sta per "messa alla prova": l'istituto che consente a chi ha commesso reati puniti fino a 4 anni di sospendere il processo e svolgere lavori socialmente utili per ottenere, alla fine, l'estinzione del reato. Grazie alla convenzione tra il "Gruppo trasmissioni" e i Tribunali di Torino e Asti, chi aveva diritto ad accedere alla "messa alla prova" poteva farlo proprio a Moncalieri. Secondo la Procura l'attività concordata col giudice però qui non avveniva in modo corretto e gli imputati che ambivano al perdono giudiziale, in Municipio a Moncalieri non transitavano (o lo facevano poco). Insomma, Map fasulle, che avrebbero consentito a varie persone di ottenere l'estinzione del reato sul presupposto che il lavoro di pubblica utilità fosse stato regolarmente svolto, mentre di fatto questo non avveniva.

In cambio, sempre secondo gli inquirenti, l'ex sindaco avrebbe ottenuto denaro e vantaggi. Per questo a dibattimento erano finiti altri due imputati (che in quel periodo beneficiavano della Map), tra cui proprio l'artigiano Ervin P. che, secondo gli inquirenti, avrebbe eseguito lavori di manutenzione a prezzi di favore (o addirittura gratuite) a casa di Nidola. I due condividevano l'imputazione di corruzione, ed entrambi da questa sono stati assolti. «Speravamo che Ervin venisse riconosciuto estraneo al reato di corruzione: e così è stato. Il nostro assistito è una brava persona», commenta l'avv. Mariangela Melliti, che lo ha difeso col collega Mauro Anetrini. Per lui una condanna a 2 anni e 4 mesi, e solo per il reato di falso, a fronte dei 7 anni chiesti dal pm la scorsa settimana. In ogni caso, anche Melliti ha già assicurato che andrà in appello.

«I due interventi contestati, erano stati eseguiti a giugno del 2019, regolarmente fatturati e pagati nei mesi successivi. Quindi - puntualizza Rotella - nessun lavoro grauito».

Assolto il terzo imputato, difeso dall'avv. Gianaria.