Poco dopo le 13, sul maxischermo del Palais des Congres parigino, per quanto sia attesa, l'ufficializzazione della Pinerolo-Valloire del prossimo martedì 2 luglio 2024 e' racchiusa in quel velo che si alza sull'intero tracciato della 111esima edizione del Tour de France. Buio in sala come richiesto dal copione e tratto grafico che con ritmo emozionante avanza ed unisce la città all'ombra di San Maurizio e quella del "gigante" Galibier: sarà il collegamento tra Hautes Alpes e Savoia il punto più acuminato dei 138 km comprendenti l'ascesa in Val Chisone fino a Sestriere, quindi il Monginevro e Briancon. Elvio Chiatellino, il patron, spiega: "Il 2006 è l'anno in cui mi presento in un villaggio di tappa ad Alessandria all'allora direttore del Giro Angelo Zomegnan, proponendo di accollarmi l'intero onere per un arrivo, ottenuto l'anno dopo.
DOPO IL 2011, IL BIS DI CHIATELLINO
Ma il Tour de France lo considero l'inizio di tutto, del mio amore per il ciclismo, ricordando quel passaggio della Grande Boucle in piazza Garibaldi nel luglio del 1956, dunque 50 anni prima di quella piovosa giornata Alessandrina. Avevo 6 anni ero con mio nonno Giovanni Flogna e vidi transitare di fronte alla stazione Charly Gaul, ancora in fuga (al Comunale vinse Nino Defilippis, ndr)dopo una prorompente azione sull'Izoard". Come nasce questo bis? "Con i primi contatti nell'inverno 2021, quando l'amico Davide Cassani, figura chiave nel dossier di candidatura diventato poi Grand Depart, mi parlò di questa possibilità, continuando un rapporto con il Tour da me felicemente iniziato nel 2011. Oggi non c'è nulla di deja vu"" - aggiunge il presidente della Cooperativa Quadrifoglio, che ha assicurato quattro approdi del Giro ed adesso due della Grande Boucle, 12 anni orsono e nel 2024. Nella grande sala transalpina, commenta raggiante il sindaco di Pinerolo, Luca Salvai: "Voglio sottolineare come quella che ci atttende sia una grande occasione di visibilità positiva per la citta, un veicolo di emozioni e valori".
TRA COPPI E VINGEGAARD
In questo Tour destinato a chiudersi a Nizza, vista la concomitanza con i Giochi Olimpici, ci sono tre capoluoghi di regione, il nostro e Firenze anche ex capitali d’Italia. Territori che si uniscono grazie all'evento di risalto mondiale. C’è un motore organizzativo ed economico come Bologna, che tanta parte ha esercitato come l'intera Emilia Romagna nel creare le condizioni per quella che il direttore del Tour definisce Grand Depart di dovuto e voluto saldo("anomalia da superare") del debito, pensando a quanto "Les Italiens" hanno fatto sulle strade transalpine. Cent'anni fa la splendida vittoria di Bottecchia. Non mancheranno luoghi simbolo per legame con l’epopea della Grande Boucle. Tributo a Gino Bartali, Gastone Nencini a Marco Pantani, prima del significativo passaggio a Tortona, in ricordo di Fausto Coppi. Pinerolo detiene anche un primato da sottolineare in veste di città italiana la cui storia si interseca maggiormente con quella della Francia. Ciclisticamente, oggi come ieri, imprescindibile l'11 giugno 1949, quando il Campionissimo Fausto Coppi mise in calce la sua firma alla più grande impresa di tutti i tempi, vincendo la Cuneo-Pinerolo al termine di 192 km di fuga, coronati con 11'52" di distacco su Bartali. Un’aura di leggenda che continua, simboleggiata in proiezione futura da Jonas Vingegaard, ovviamente presente suo palco del Palais parigino. E già sembra di vederlo in sella mentre si presenta al foglio di partenza di Pinerolo, il prossimo martedì 2 luglio.
Aldo Peinetti