Stop agli scavi archeologici attorno alla Rocca compiuti dalla ditta Bona 1858 per conto di Enel Energia. L'antica città romana Caburrum, per ora, torna a velare i suoi segreti fuori dal museo. «L'indagine si è conclusa e la Sovrintendenza ha deciso di chiudere la parte degli scavi di competenza Enel Energia» spiega l'assessore comunale Crosetti.
Tutto ebbe inizio nell'agosto del 2020 con l'avvio di un nuovo tratto di linea elettrica nei pressi del Casinot. «L’Enel entrò nell'area archeologica con gli escavatori ma senza autorizzazione - riassume Crosetti -. Da qui la denuncia ai Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio culturale che fecero scattare l'indagine penale. L'ipotesi era di danno al patrimonio pubblico». La Soprintendenza prescrisse a Enel tutti gli interventi da eseguire. Per due anni e mezzo nell'area di scavo si sono alternati otto archeologi in un lavoro di attento recupero e conservazione (coordinati dalla dott.ssa Anna Lorenzatto).
Purtroppo ora il Comune non ha fondi per proseguire altri scavi. Crosetti: «Come Comune ora ci compete il futuro del sito. C'è un preventivo di 200mila euro per valorizzare questa ricostruzione e renderla accessibile al pubblico, ma la spesa supera il nostro budget e per ora, senza un finanziamento statale, siamo costretti a chiudere il sito».
L’articolo completo è sull’Eco del 2 agosto
di Manuela Miè