Il pinerolese fa quadrato (e squadra) attorno a "Terra da Tastè", terra da assaggiare: questo il nome scelto per il nuovo Distretto del Cibo Pinerolese. a fine luglio sindaci, aziende e associazioni hanno formalizzato l'adesione al progetto per dare vita all'omonima associazione. Alla firma dell’accordo seguirà l’invio alla Regione Piemonte di tutta la documentazione per ottenere il riconoscimento; successivamente, si ipotizza a settembre, avverrà l’ iscrizione del distretto sul registro nazionale dei distretti del cibo.
Il compito del Distretto del Cibo sarà concretizzare la sinergia tra le varie realtà, fornendo un tetto comune per gli enti pubblici e le aziende private, così da facilitare (aspetto di primaria importanza) l'intercettazione dei tanti finanziamenti statali ed europei finalizzati a potenziare il settore enogastonomico e produttivo.
Il progetto iniziato a dicembre dello scorso anno vede ben 15 Comuni coinvolti: Pinerolo capofila, Cavour, Cercenasco, Scalenghe, Villafranca Piemonte e Vigone come Comuni promotori e Buriasco, Campiglione Fenile, Cantalupa, Cumiana, Frossasco, Garzigliana, Macello, Osasco, Piscina come Comuni che hanno aderito. A questi si aggiungono anche la Diocesi di Pinerolo e la Diaconia Valdese.
Insomma, un intero territorio che punta ad obiettivi chiari da raggiungere in tre anni: la promozione dei principi delle pratiche a basso impatto ambientale per la gestione sostenibile e duratura delle risorse naturali, la tutela della redditività delle aziende, l’incremento della resilienza di fronte ai cambiamenti climatici e, soprattutto, la valorizzazione del patrimonio enogastronomico e di tutto ciò che orbita attorno ad un settore con un potenziale di primo livello. Già, perché i numeri di partenza del Pinerolese sono di tutto rispetto: 400 km quadrati che si caratterizzano per la presenza di un buon numero di prodotti a marchio qualità: DOC, IGP, o riconosciuti come Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
Approfondimenti su l’Eco del Chisone del 2 agosto
di Stefano Nangeroni