Piossasco, omicidio Mottura: domani le arringhe difensive dei due imputati principali

09/07/2023 - 17:26

Siamo ormai agli sgoccioli del processo a carico Emirjon Margjini e Mergim Lazri, accusati dell'omicidio dell'arch. 49enne Roberto Mottura, ucciso nella notte tra l'8 e il 9 giugno 2021 nel corso di un tentativo di rapina nella sua casa di via del Campetto a Piossasco. Lunedì 12 giugno, dopo tre ore di requisitoria in cui è stato ricostruito l'intero e complesso percorso di indagine, i pm Marco Sanini e Valentina Sellaroli avevano chiesto l'ergastolo per entrambi (oltre ad un periodo di isolamento diurno, un anno per il primo, due mesi per il secondo). Domani, lunedì 10, toccherà alle arringhe dei loro difensori: avv. Pasquale Crea per Margjini e Antonio Genovese per Lazri. Martedì, dopo eventuali repliche, è attesa la sentenza dei giudici della Prima Corte d’Assise (presidente Alessandra Salvadori, a latere Roberto Ruscello e al loro fianco sei giudici popolari).

La Procura ha chiesto due ergastoli

Secondo la Procura sono in egual modo responsabili e non meritano attenuanti, anche se Margjini (classe ’91, attualmente detenuto a Cuneo) sarebbe quello che ha materialmente esploso il colpo fatale, partito da una pistola calibro 22 (mai ritrovata). Quanto al 26enne Lazri (arrestato come Margjini il 28 settembre 2021 ma poi scarcerato su disposizione del Tribunale del Riesame due mesi più tardi e dunque oggi a piede libero), la Procura ha invocato la misura cautelare, "perché esiste un concreto pericolo di fuga e reiterazione del reato".

Il filone parallelo e le richieste di condanna

Sempre nell'udienza di giugno, la Procura ha proposto condanne anche per 4 componenti della famiglia Hili, tre fratelli (Nikolin, il maggiore, Pavlin e Giergj) e il cugino Xhovani. Sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento, possesso di droga e armi, nel quadro di un filone parallelo dell'inchiesta nato dopo la perquisizione del 28 settembre 2021, quando nella loro abitazione torinese fu arrestato Margjini (da loro ospitato) e lì erano stati trovati droga (383 grammi di cocaina e poco più di due etti di hashish), munizioni e il fucile da caccia rubato in una villa di Roletto pochi giorni prima dell'omicidio. Per loro, chieste pene comprese tra un anno (Pavlin) e 4 anni e mezzo (Nikolin), 3 anni e 6 mesi per gli altri due (oltre a multe dai 3 ai 5 mila euro).

I difensori degli Hili: vanno assolti

Dopo la discussione della parte civile, avv. Arianna Corcelli per la vedova Laura Mai e il figlio Tommaso, che ha sottolineato l'assoluta bontà degli elementi di prova (dalle testimonianze raccolte, alle intercettazioni), a giugno era poi toccato alla difesa Hili, rappresentata dagli avv. Roberta Sisimbro e Mirco Consorte che avevano invocato l'assoluzione per tutti, seppur con formule assolutorie diverse. «Sono estranei all'intera vicenda», aveva ribadito Sisimbro. «Non è superato il ragionevole dubbio», ha aggiunto Consorte che ritiene di aver portato ai giudici una ricostruzione «attendibile e alternativa a quella della Procura». Vedremo, e ormai è questione di un paio di giorni, cosa ne dirà la Corte. Dopo le arringhe dei difensori dei due imputati principali, martedì 11 si arriverà a sentenza.

In foto, le indagini dei Carabinieri subito dopo l'omicidio.

Per approfondimenti relativi all'ultima udienza, celebrata in maxi aula il 12 giugno scorso, clicca qui.