«Mi sembra sia necessario aprire una riflessione seria e laica sul futuro dello sci e in particolare dell'innevamento artificiale alla luce dei cambiamenti climatici». A prendere posizione su un tema quantomai attuale e "caldo" quanto l'inverno in corso, è il presidente nazionale Uncem Marco Bussone
«Dobbiamo capire con scienziati ed esperti di climatologia quanto ha senso investire risorse economiche, statali e regionali, in innevamento artificiale o in nuovi impianti di risalita sotto certe quote altimetriche, in certe valli. Occorre valutare dove e come, oltre demagogia e facili luoghi comuni» scrive Bussone.
Se nel comunicato non dice quali quote e quali valli, a domanda risponde: «Il problema non è Sestriere o quello che c'è sopra i 2000 metri. Via Lattea e Bardonecchia hanno molto sopra i 1800. Li gli investimenti possono reggere, anche l'innevamento artificiale. Altrove, è da valutare con attenzione, non ci sono soglie prevedibili. a me fa arrabbiare che al posto di pensare e ripensare a cosa fare, si chiedono finanziamenti, come se nulla fosse. Dieci anni fa era tutto diverso, e fra 10 anni come sarà?».
In che sede avviare questa discussione? Bussone indica «il Ministero del Turismo, insieme con il Ministero dell'Ambiente». «Santanché e Calderoli - aggiunge all'Eco - Visto che hanno stanziato non poco nell'ultimo mese per l'innevamento artificiale». Quindi i Ministri del Turismo e agli Affari Regionali. «Credo che sia nell'interesse loro e altrui sapere le ricadute della spesa pubblica».
«Il dramma climatico che stiamo vivendo non lascia scampo - conclude Bussone -. E con il Governo, con le Commissioni parlamentari che hanno specifica competenza, è necessario un ragionamento oltre schemi e 'si è sempre fatto così'. Fare come abbiamo sempre fatto, bene o male che fosse, su sport invernali, sci e innevamento programmato potrebbe non avere senso di futuro, imbrigliando montagna e turismo in una strategia del passato. Noi vogliamo stare nel futuro. Senza rischiare di sprecare milioni e milioni di euro per un investimento a perdere nel bel mezzo della tragedia climatica che ancora qualcuno nega».
Questa settimana era stato il Comune di Pragelato, (Val Chisone) interessato all'innevamento programmato per la pista da fondo (circa 1600 metri di altitudine) e per quella di rientro della funivia Pattemouche-Anfiteatro che collega alle piste di Sestriere - a chiedere un'intesa politica e istituzionale, attraverso un tavolo di lavoro, che mettesse tutte le competenze, anche quelle del Parco naturale Alpi Cozie e delle associazioni ambientaliste, al servizio di un innevamento «fatto bene», quindi sostenibile, ma ritenuto «necessario» per l'economia del territorio. L'approfondimento sull'Eco del Chisone di questa settimana.