Innevamento programmato: Pragelato chiede un "tavolo di lavoro" e "un'intesa politica"

02/01/2023 - 18:28

L'Amministrazione pragelatese vuole lavorare con tutti gli enti istituzionali per trovare «una soluzione all'uso intelligente dell'acqua». Le temperature in aumento, però, rendono sempre più difficile la produzione della neve

L'Amministrazione comunale di Pragelato continua a portare al centro dell'attenzione il problema dell'innevamento programmato e chiede un «tavolo di lavoro» che faccia lavorare insieme tutti gli enti competenti a livello istituzionale, «una grande intesa politica» che ritiene necessaria per centrare l'obiettivo di «definire e progettare opere che permettano di utilizzare in modo intelligente le acque a disposizione».

«La gestione concreta, politica e regolamentare, dell’innevamento sarà la vera sfida per il futuro dei nostri territori - sostengono il sindaco Merlo e il vice sindaco Maurino -. O, almeno, per garantire e consolidare antica vocazione sportiva e turistica invernale dell’intero comprensorio della Via Lattea. E, come ben sappiamo, i cambiamenti climatici, i costi energetici e la tutela dell’ambiente impongono un grande sforzo per garantire la sopravvivenza di questi territori».

Il nuovo appello della Giunta pragelatese arriva oggi arriva anche se negli ultimi giorni del 2022 è arrivata l'autorizzazione della Città metropolitana al prelievo dal Chisone per alimentare il bacino artificiale di Pattemouche, rimasto a secco dopo l'insabbiamento del pezzo di adduzione. Lo confermano il sindaco Giorgio Merlo e il vice sindaco Mauro Maurino.

Gli enti cui fa appello Pragelato prendono le mosse dall'Unione dei Comuni e coinvolgono «il settore ambientale, i gestori delle acque, i gestori degli impianti, gli enti turistici, le associazioni delle attività produttive di questi territori, la Città Metropolitana di Torino, la Regione Piemonte e le singole Amministrazioni Comunali».

«Insomma, si tratta di decidere se tutti i soggetti istituzionali preposti sono disponibili a lavorare congiuntamente per garantire il prosieguo dell’innevamento nei nostri territori o se, al contrario, prevarranno azioni e scelte pregiudiziali di singoli enti che compromettono direttamente l’intero progetto».

Dopo questo richiamo alle «scelte pregiudiziali» messo nero su bianco nel comunicato, Maurino, interpellato a voce, cerca una via più diplomatica per aprire al dialogo: «Solo insieme si farà qualcosa di buono. Tutti attorno a un tavolo. Non dico che parco e ambientalisti devono mettersi da parte e lasciarci fare. Vorrei loro in primis al tavolo a portare le loro competenze per utilizzare bene la risorsa acqua, aiutando prima di tutto l’uomo. La visione di tutti, collegiale, può generale una visione più giusta, al di là dei singoli interessi».

La visione politica di fondo dell'amministrazione di Pragelato mette l'attività umana al centro e punta a salvaguardare l'attività sportiva e l'economia turistica locale: «L'animale da proteggere in montagna è prima di tutto l'uomo», ribadisce lo stesso Marino. «Occorre che tutti siano d’accordo a risolvere questo problema». Il comune insiste sul fatto che l'acqua usata per la neve viene solo utilizzata a breve distanza e restituita al terreno con lo scioglimento. Le osservazioni dell'Ente Parco Alpi Cozie e delle associazioni ambientaliste (ne abbiamo parlato sullo scorso numero dell'Eco) erano state comunque numerose e dettagliate.

 

I CAMBIAMENTI CLIMATICI E L'INNEVAMENTO

Anche in questi giorni, per contro, le alte temperature non stanno scendendo sotto lo zero, e rischiano di compromettere la possibilità di produrre neve o comunque che questa neve che possa mantenersi, anche adesso che l'autorizzazione al prelievo d'acqua dal Chisone è arrivata. Un tema che, se i cambiamenti climatici si confermeranno come sono previsti dalla scienza, costringerà tutti a riflettere sulla riconversione generale delle attività montane, a Pragelato e nella via Lattea, ma non solo.

«Ne siamo consapevoli, ci pensiamo tutti i giorni», risponde Maurino. «Per questo, anche se siamo stati molto criticati, abbiamo smantellato l'impianto di risalita del Clot della Soma che non era più sostenibile con poca neve. E ci battiamo per il Biathlon e lo Skiroll alle Universiadi, che garantiranno due sport anche in assenza di neve. Continuo però a sperare che questi cambiamenti del clima siano ciclici e non permanenti».

Maurino porterebbe poi al tavolo di lavoro altre idee da valutare «con chi ha le competenze per attuarle nel modo più giusto». La prima è spostare la presa d'acqua a monte, al Ponte Daz Itrei, per avere la caduta naturale senza doverla pompare da un pozzo e per poter prelevare acqua tutto l'anno, alimentando il bacino soprattutto nei mesi di maggior portata, riducendo quindi l'impatto sul torrente nei mesi di minor portata. La seconda, è incanalare l'acqua del "troppo pieno" che si ricaverebbe nel tubo posato nel 2006 e che porta dal bacino di Pattemouche all'impianto del Salto dai trampolini: «Questo consentirebbe di usare la pendenza per installare una piccola turbina e produrre energia idroelettrica, restituendo l'acqua solo un po' più a valle».