In vista del processo che inizierà venerdì prossimo a carico dei 17 imputati che hanno scelto il rito ordinario, riproponiamo l'intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale dallo psicologo pinerolese Claudio Foti dopo la sua condanna in giudizio abbreviato del novembre 2021. Ora attende l'Appello.
Quattro anni di reclusione per lesioni e abuso d'ufficio, assolto dalla "frode processuale": era stata questa la sentenza emessa l'11 novembre 2021 dal Tribunale di Reggio Emilia a carico dello psicologo Claudio Foti. Il professionista pinerolese, classe '51, era imputato (e finì pure agli arresti domiciliari nel giugno 2019) nell'ambito dell'inchiesta "Angeli e Demoni" relativa a un presunto giro di affidi illeciti a Bibbiano e in Val d'Enza. Una vicenda che ebbe enorme risonanza mediatica: 30 indagati, 24 quelli per cui la pm Valentina Salvi chiese il rinvio a giudizio, due (oltre a Foti un'assistente sociale poi assolta) scelsero il rito abbreviato (celebrato l'anno scorso) e cinque vennero prosciolti in udienza preliminare, uscendo così dall'inchiesta. Per gli altri 17, tra cui l'ex moglie di Foti, Nadia Bolognini (classe '69, residente a Roletto e psicologa pure lei ), il processo è formalmente partito l'8 giugno, ma immediatamente rinviato a venerdì prossimo, 16 dicembre.
Un procedimento giudiziario, quello atteso in Tribunale a Reggio Emilia, senz'altro "maxi", e non solo nei numeri: un centinaio i capi d'imputazione globalmente e a vario titolo contestati, 48 parti offese, 155 testimoni e 27 avvocati.
Intanto il noto terapeuta, difeso dagli avv. Giuseppe Rossodivita e Andrea Coffari, ribadisce: «Rifarei tutto». E attende l'appello (non ancora fissato), sicuro di dimostrare in quella sede la sua «assoluta innocenza».
In occasione del dibattimento ormai prossimo, riproponiamo la video intervista che il dott. Foti aveva rilasciato in esclusiva al nostro giornale per rispondere alle nostre domande e raccontare la "sua" storia.
FOTI, DA GURU DI "HANSEL E GRETEL" A "LUPO DI BIBBIANO"
È difficile immaginare che oggi in Italia qualcuno non abbia mai sentito parlare di Bibbiano. Eppure si tratta di un comune di poco più di 10mila abitanti, situato in provincia di Reggio Emilia, ai confini con quella di Parma. Non è Venezia, ma neppure Monteriggioni o Amalfi. Nessuna attrazione turistica particolare. Fino a tre anni fa in pochi l'avevano sentito nominare. Oggi quel nome lo conoscono tutti. Ad averlo portato alla ribalta delle cronache, un'inchiesta giudiziaria che fece enorme scalpore e venne molto strumentalmente usata anche per fini politici, quando la regione Emilia Romagna andò ad elezioni.
Battezzata iconicamente Angeli e demoni, l'indagine dei magistrati di Reggio Emilia (partita nel 2018 e chiusa il 13 gennaio 2020 con la notifica del 415 bis) parla di un vasto giro di affidi illeciti a Bibbiano e nell'Unione dei Comuni della Val d'Enza di cui cui Bibbiano fa parte. Parla di bambini illecitamente sottratti alle famiglie naturali e dati in affido ad amici e conoscenti, e di psicologi, terapeuti, assistenti sociali, amministratori e politici che avevano dato vita ad un sistema criminale per lucrare sulla pelle dei minori.
Al centro di tutto, a detta degli inquirenti, proprio un pinerolese: il dott. Claudio Foti, psicoterapeuta e direttore del Centro "Hansel e Gretel". Fino a due anni fa era considerato un'autorità in materia di psicoterapia familiare e i tribunali di mezza Italia lo chiamavano come consulente e per affidargli in cura bambini e adolescenti vittime di abusi e maltrattamenti. Poi è arrivata "Angeli e demoni" e Foti si è trasformato nel "lupo di Bibbiano". Per lui il processo in primo grado si concluse (in rito abbreviato) giovedì 11 novembre 2021 davanti al giudice Dario De Luca , con una condanna 4 anni. Dopo le motivazioni della sentenza, depositate dal gup il 9 febbraio, ora attende il secondo grado di giudizio.