C'era tanta attesa a Villafranca per l'arrivo nel week end del noto alpinista Andrea Lanfri, atleta paralimpico lucchese amputato di entrambe le gambe e sette dita delle mani dopo aver contratto la meningite. Sabato avrebbe dovuto partecipare all'inaugurazione della Sagra dei pescatori, cogliendo l'occasione per presentare il progetto “FROM 0 TO 0", e il giorno successivo salire sul Monviso, con partenza in bici dallo stabilimento Bonifanti (suo grande sponsor e sostenitore). Purtroppo le previsioni meteo avverse (previste temperature sotto lo zero e il 90 per cento di probabilità di precipitazioni) hanno costretto gli organizzatori ad annullare l'evento, con una decisione di martedì sera che non ha permesso al nostro giornale (ormai in stampa) di darne conto sull'edizione cartacea.
Ci sarà senz'altro un'altra occasione per conoscere Lanfri, ascoltare le sue parole e il suo messaggio. Che in sostanza è tanto semplice a dirsi, quanto difficile da mettere in pratica: «Ripartire è possibile, sempre». «Questo - ci aveva confidato Lanfri telefonicamente - è quanto vorrei trasmettere a chiunque entri in contatto con la mia storia». Ripartire, mai arrendersi. Il 36enne alpinista toscano lo fa quotidianamente. L'ha fatto a maggio, salendo l'Everest con il compagno di cordata e guida alpina Luca Montanari, ed era pronto a farlo nel week end, per raggiungere in solitaria i 3.841 metri della vetta del Re di Pietra, lungo la via normale (due anni fa aveva invece scalato la Cresta Est del con un amico).
L’evento si inserisce nel progetto “FROM 0 TO 0” che Andrea porta avanti da tempo. Un'avventura di bici e arrampicata che prevede partenza dal livello del mare (in questo caso dai 253 m. di Villafranca) e ritorno a quota zero passando, ovviamente, sulla cima di una montagna. Il progetto completo prevede la salita di tutte le seven summits, ovvero le sette montagne più alte di ogni continente. La prima, il Monte Bianco, è stata conquistata nel 2020, a maggio l’Everest e a fine agosto il Kilimangiaro in Africa con l’amico Max Coda.
«Il progetto non ha solo il sapore alpinistico, ma anche un grande scopo benefico: quello di donare carrozzine e protesi ai bambini africani insieme a World Friends e Ass. Over All Limits», precisa Lanfri. «Al momento - fanno sapere dalla Bonifanti - si sta valutando quando inserire nuovamente in calendario l’avvenimento e magari arricchirlo con incontri con gli studenti delle locali scuole».