Le piogge del mese di maggio ci hanno fatto pensare che il periodo di siccità fosse finito, ma nelle settimane successive la nuova assenza di precipitazioni ci ha riportati alla realtà. L'Autorità Distrettuale del Fiume Po, l'ente che pianifica l'uso delle risorse idriche dalla Val d'Aosta all'Emilia Romagna, dice che si tratta della peggior crisi idrica da settant'anni. «Tutti gli indicatori idro-meteo-climatici hanno il segno meno», in una stagione in cui «il fabbisogno per gli usi civili, irrigui e ambientali è assolutamente più alto».
Lo mostra bene la foto pubblicata qualche giorno fa dai gestori del rifugio Quintino Sella, a 2.640 metri in alta Valle Po. La parete Est, alle spalle del rifugio, a inizio giugno era già completamente spoglia dalla neve, che nei mesi più caldi e soprattutto in autunno costituisce un'importante riserva idrica. Già lo scorso anno il Quintino Sella aveva dovuto chiudere i battenti prima della fine della bella stagione perché la quantità di acqua disponibile non era più sufficiente ad alimentare la centralina idroelettrica che fornisce energia alla struttura. Quest'anno le voci che arrivano dai rifugi delle nostre valli non sono diverse.
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Foto: pagina Facebook rifugio Quintino Sella