A giorni a Ostana si deciderà se chiedere al Consiglio di Stato di sospendere il finanziamento PNRR "Borgo dei borghi", quello con cui il Ministero della Cultura ha assegnato 20 milioni di euro a Elva. Ostana ha presentato ricorso al Tar contro la Regione, denunciando una decisione poco trasparente e "anomalie" nell'assegnazione dei punteggi.
Mentre il ricorso prosegue (ma per una decisione servirà aspettare da 2 a 6 anni) il Tar ha negato una sospensiva, ed è probabile che l'Amministrazione ora ricorra al Consiglio di Stato.
Sabato 4 la sindaca Silvia Rovere e l'avvocato Teresio Bosco, che in questa vicenda assiste ol Comune a titolo gratuito, hanno esposto alla cittadinanza i punti chiave.
La Regione ha assegnato a Elva un punto per la presenza di un’area protetta, nonostante secondo la legge e la cartografia regionale il territorio di Elva non vi rientri; lo sanno anche gli elvesi, dal momento che «nella candidatura - dicono da Ostana - quel punto non l’avevano chiesto: è stata la commissione a decidere arbitrariamente di assegnarglielo».
Ancora, un punto in quanto «Comune in cui è prevista la realizzazione di interventi [...] finanziati da misure del PNRR». «A quale titolo - si chiedono a Ostana - dato che non risulta vi siano già stati finanziamenti erogati a vantaggio di Elva o di altri Comuni».
Ma l’anomalia principale riguarderebbe la marginalità, che ha assegnato 6 punti a Elva (il massimo) e 2 a Ostana. Lo stesso punteggio di Lanzo Torinese, un paese di 5.000 abitanti con un presidio ospedaliero, una stazione ferroviaria, tre sportelli bancari, quattro ordini di scuole e un asilo nido.
«Sino ad oggi - dicono gli amministratori - non è giunta alcuna convincente risposta sulle ragioni del ricorso. Il comune di Ostana non si arrende e vuole andare fino in fondo per vederci chiaro e soprattutto per avere un pronunciamento nel merito del ricorso». Gli amministratori e l'avvocato Bosco sono convinti delle loro ragioni nonostante la prima decisione del Tar, che definiscono <<politica>>. Le carte sono già nelle mani dei giudici.
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