Val Chisone: il pastore Fulvio Benedetto, assolto anche in appello

21/04/2022 - 16:14

2 luglio 2019: assolto in Corte d'Assise. 21 aprile 2022, assolto anche in Appello. Per Fulvio Benedetto, nato ad Angrogna nel '56, primo di 10 fratelli, è davvero finita. A breve potrà tornare alle sue montagne a testa alta. Assolto. Per uno come lui, assai noto non solo nell'Astigiano dove vive buona parte dell'anno col suo immenso gregge (1.700 pecore, oltre 100 capre, 4 asini e due cavalli), ma anche in Val Chisone (qui ha in gestione l'alpeggio del Gran Puy e fino a qualche anno fa anche quello del Jouglar), la sentenza emessa pochi minuti dai giudici della Corte d'Assise d'Appello (presidente Franco Greco, consigliere relatore Flavia Panzano, e sei giudici popolari)  non è solo un riscatto. È  una rinascita.

Era accusato di violenza sessuale di gruppo e riduzione in schiavitù. La presunta vittima, Cristina Fantu, il 1 marzo 2016 l'aveva denunciato (insieme Ionel Bostan, che al tempo aiutava Benedetto nella cura del gregge) per averla segregata in una roulotte e abusata a più riprese nell'estate 2011. Dopo 11 anni, e 4 mesi e 10 giorni di carcere nel 2017, per Benedetto è arrivata la fine di una vicenda incredibile, che ancora vede in carcere il 32enne Bostan. 

Il Sostituto Procuratore Generale ha chiuso la sua requisitoria dicendo «Cristina Fantu va creduta», e ha chiesto per il pastore astigiano la condanna a 12 anni di reclusione. La Corte è stata d'altro avviso è dopo meno di 45 minuti in camera di consiglio, pochi minuti fa ha emesso la sentenza che conferma la decisione di primo grado. Proprio come chiesto dal legale di Benedetto, Aldo Mirate, che l'ha sempre difeso con forza, sagacia professionale e grande umanità. Uno che ha creduto fermamente nella sua innocenza e ha saputo, mettendo insieme tassello dopo tassello, smontare l'impianto accusatorio della procura. 

Oggi è parso chiaro, come non bastasse il corposo fascicolo delle intercettazioni telefoniche e ambientali suo carico, che Fantu, nella speranza e convinzione di poter ottenere un lauto risarcimento da Benedetto, in questa triste e turpe storia abbia raccontato parecchie frottole e abbia così calunniato il pastore. Per questo i giudici hanno pure disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare eventuali reati a carico della Fantu (che con l'attuale compagno Emanuele Cavallaro a dicembre andrà a processo ad Asti per rispondere di calunnia). Motivazioni tra 90 giorni. Nel frattempo potrebbe essere disposta la revisione del processo che, con sentenza d'appello del dicembre 2018, aveva portato in carcere Ionel Bostan. Per lui, forse inaspettatamente, i giochi potrebbero riaprirsi. Per Benedetto è la ripartenza che in tanti si auguravano.