Dopo l'udienza di convalida dell'arresto, Giuseppe Falsone attende ora di essere sentito dalla pm Alessandra Provazza, titolare dell'indagine: «Abbiamo fatto richiesta di interrogatorio», anticipa il difensore, avv. Antonio Bernardo.
Il 62enne di Volvera, lunedì mattina è stato portato in carcere dai carabinieri del Nucleo investigativo di Torino insieme ai colleghi della Stazione di None, con l'accusa di detenzione di sostanza stupefacente. Nella sua abitazione di via Pordenone 21, in frazione di Gerbole, i militari hanno scoperto un'intercapedine segreta dietro un finto muro basculante: sono stati sequestrati oltre 200 kg di droga, tra hashish, marijuana, cocaina per un valore di oltre tre milioni di euro e 14mila euro i contanti.
In sede di convalida, mercoledì 6 davanti al gip Luca Fidelio, Falsone si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi a dichiarazioni spontanee. «Per ora ha solo chiarito che per debiti di gioco si era prestato a mettere a disposizione alcuni locali di casa sua per custodire la droga - aggiunge l'avv. Bernardo - spiegherà più in dettaglio i contorni della vicenda quando verrà convocato dalla procura». Il legale ci tiene a puntualizzare che il suo assistito (incensurato) «non era un imprenditore, non era socio in alcuna azienda: ha sempre lavorato come operaio, in veste di dipendente».