Misure cautelari per 33 persone che, a detta dell’accusa, apparterrebbero a tre distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico illecito di rifiuti metallici e all’emissione ed utilizzo di documenti attestanti operazioni inesistenti: questo l’obiettivo dell’operazione "Ferromat", che questa mattina ha visto in azione la Guardia di Finanza di Torino. Sono ancora in corso a Torino ma anche nei Comuni di Bruino, Rivalta, Beinasco, Volvera, Scalenghe, None e Nichelino una cinquantina di perquisizioni - nei confronti di persone fisiche e aziende - nonché il sequestro preventivo di otto società operanti nel settore del commercio di rottami metallici e di beni per oltre 270 milioni di euro, tra cui disponibilità finanziarie, immobili, veicoli e quote societarie.
L’attività scaturisce dal sequestro, a seguito di un controllo stradale di tre anni fa, di denaro contante a carico di due soggetti, uno dei quali titolare di una ditta individuale operante nel settore del commercio dei rottami. Le successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino - Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Torino, mediante accertamenti bancari, approfondimento di decine di segnalazioni di operazioni sospette, intercettazioni telefoniche e telematiche, posizionamento di telecamere e di GPS veicolari, acquisizione di videoregistrazioni presso uffici postali, hanno permesso di accertare l’esistenza dei gruppi criminali, attivi fin dal 2015 e tuttora operanti, anche all’estero.
Gli indagati avrebbero predisposto documentazione fiscale e amministrativa falsa al solo scopo di “regolarizzare” ingenti quantitativi di rifiuti destinati a società di capitali “utilizzatrici”, con sede in Piemonte e Lombardia. Grazie a questa documentazione fasulla, le società avrebbero così potuto introdurre nel regolare commercio dei rottami ferrosi rifiuti metallici acquistati in nero e privi dei requisiti di conformità e tracciabilità previsti.