Le conseguenze dell'aumento del gas metano alla produzione stanno per palesarsi in tutta la loro drammaticità su famiglie e aziende. Tra pochi giorni verranno recapitate nelle nostre buche le bollette dell'energia (gas-elettricità) con le tariffe aggiornate all'aumento delle materie prime. Una stangata durissima che sarà meno evidente nella prima bolletta in arrivo solo perché i rincari non saranno ancora del tutto assorbiti e, nel caso del gas per riscaldamento, i consumi fanno riferimento all'estate quando il riscaldamento è spento. Ma già dalla bolletta successiva gli effetti saranno del tutto evidenti.
Anzi il primo effetto pratico lo stiamo già vedendo al distributore di benzina dove appare evidente come il prezzo del metano per trazione sia praticamente raddoppiato e si stia velocemente allineando a quello del diesel e della benzina rimasti fuori dalla bufera con aumenti più contenuti.
L'evoluzione prossima delle tariffe ce la anticipa ancora una volta l'amministratore unico di Acea energia (la commerciale che vende energia nel Pinerolese e non solo), Francesco Carcioffo, uno dei massimi esperti del mercato dell'energia in Italia. «Gli aumenti sono in arrivo e saranno consistenti, inutile girarci intorno - afferma - il perché è molto semplice, il costo della materia prima è aumentato di quattro volte e questo non può che ricadere sulle tariffe che troveremo nella prossima bolletta»
Cosa ci dobbiamo aspettare? «Purtroppo si tratterà di una stangata vera e propria. Intendiamoci le tariffe non quadruplicheranno ma solo perché come tutti sanno la componente energia rappresenta circa un terzo della spesa totale, la parte più consistente è rappresentata dalle accise e dai costi di trasporto che non si muoveranno».
Le previsioni fatte da Acea comunque sono sufficienti per mettere in allarme famiglie e imprenditori: +44% circa il gas per le civili abitazione, +50-55% per le forniture relative a negozi e piccole imprese, aumenti addirittura del 250-300% per l'industria.
Si stenta a credere che stia per accadere, preoccupano le conseguenze sulle famiglie e sull'andamento dell'economia in generale, inevitabile una catena di aumenti del resto già in atto anche per la scarsità di altre materie prime.
Così ci saranno famiglie che non riusciranno a scaldarsi? «Certo, ma purtroppo non si tratta di ipotesi, ma è quello che avverrà» riprende ancora l'ad Carcioffo. Gli aumenti riguardano anche chi è ancora nel cosiddetto mercato tutelato? «Sì, anzi in questo caso è possibile che gli aumenti siano ancora maggiori sebbene di poco».
Nel caso invece si sia firmato un contratto che prevede la tariffa fissa per un certo periodo di tempo? «In questo caso saranno le compagnie a rimetterci, ma occorre verificare le clausole del contratto, non è raro infatti che al suo interno siano state inserite delle clausole in cui si prevedono ugualmente aumenti in caso di sopravvenuti eventi eccezionali di mercato».
È possibile che si torni a prezzi più contenuti quando il mercato si sarà stabilizzato? «Ci vorrebbe la palla di vetro per saperlo, sicuramente siamo di fronte a una situazione eccezionale dettata soprattutto dalla scarsità di materia prima dovuta alla forte ripresa post Covid, non per nulla stiamo ricevendo richieste di fornitura da nuovi clienti che faticano a farsi rifornire, richieste che però nemmeno noi siamo in grado di soddisfare; tornando alla domanda credo che comunque fino a primavera le cose non cambieranno di molto e quindi gli aumenti riguarderanno il consumo invernale con tutte le conseguenze del caso». Una situazione solo italiana? «Assolutamente no, ci sono altri Paesi europei che stanno messi peggio, ma non è una consolazione».
Alberto Maranetto
Questo articolo è uscito su l'Eco del Chisone del 27 ottobre