Traffico di anabolizzanti: chiesta la revoca degli arresti domiciliari

21/01/2021 - 18:11

«Nell'interrogatorio di garanzia di questa mattina abbiamo chiesto al giudice (gip Alfredo Toppino, ndr) la revoca degli arresti domiciliari: attendiamo di conoscere la decisione, che presumo arriverà a breve»: queste le parole dell'avv. Valter Rolando, difensore di Massimo Venturelli, il noto culturista di Pinerolo arrestato martedì 19 dai carabinieri dei Nas di Torino, con l'accusa di usare, fare commercio e somministrare sostanze dopanti  e anabolizzanti. Stessa misura cautelare anche per un altro pinerolese legato al team Venturelli, Luca Trossi (avv. Marco Pederzani di Casalgrasso), e l'alessandrino Michele Puzzo (assistito dall'avv. Daniela Campo). La vasta operazione dei militari del Nucleo antisofisticazione, denominata “Davide & Golia” e coordinata dalla pm torinese Rossella Salvati, si è sviluppata in mezza Italia e oltre ai tre arrestati ha coinvolto altri 26 indagati a piede libero (si tratterebbe soprattutto di clienti) e ha portato a 38 perquisizioni.  Per gli inquirenti, il cuore di quest'organizzazione va cercato proprio nel Pinerolese, da cui partirono le indagini a seguito della denuncia di una bodybuilder "pentita". Una che si allenava con Venturelli, classe '60, più volte Mister Universo e campione del mondo. Uno che nella vita ha messo insieme non solo grandi risultati nel campo del culturismo, ma pure parecchi guai giudiziari legati sempre all'utilizzo e somministrazione di sostanze proibite, capaci di gonfiare muscoli e regalare fisici scolpiti molto apprezzati nelle competizioni del settore. 

Le indagini dell'Arma presero avvio nel 2019 dopo un sequestro di farmaci anabolizzanti (steroidi a base di oxandrolone, stanozololo e metenolone) e poi si estesero fino in Campania e Calabria. Dopo pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed ambientali e analisi dei movimenti finanziari, gli investigatori ricostruirono le modalità operative degli indagati. «Non chiamatela "rete internazionale" - avverte l'avv. Rolando -: gli adepti sono di fatto quattro gatti, con un giro d'affari complessivo molto modesto». Gli stessi inquirenti hanno quantificato un ricavato netto di circa 15 mila euro annui per ciascuno dei tre arrestati, ora chiamati a rispondere di "utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti" (art. 586 bis del codice penale), ma anche di ricettazione e di esercizio abusivo della professione medica, perché dispensavano consigli non solo sulle tabelle di allenamento, ma pure sotto il profilo nutrizionale e dietetico. Insomma, tutto quanto serve per ottenere i risultati agonistici tanto agognati.

Peccato che si tratti di sostanze vendute illegalmente («ne arrivano tonnellate dalla Cina, che poi transitano attraverso Olanda e Turchia fino ad arrivare da noi: c'è una richiesta enorme», avverte Rolando) e molto dannose per la salute. Tanto più se vengono somministrate ai minori. Proprio nel corso delle intercettazioni, sarebbe emersa un'altra vicenda, legata a Venturelli e ad una giovane atleta un tempo da lui seguita. Nel gennaio dell'anno scorso, la famiglia della giovane (allora minorenne) ha fatto pure partire una querela nei confronti del bodybuilder. «L'abbiamo denunciato per minacce ed esercizio abusivo della professione, dopo aver scoperto che non aveva alcun titolo legalmente riconosciuto, nè sotto il profilo sportivo nè sotto quello nutrizionale, per fornire alla ragazza tabelle alimentari e piani di allenamento», chiarisce l'avv. Federica Ughetto, cui la mamma e la giovane si sono rivolte, dopo aver preso le distanze dall'ex allenatore. «Dopo avergli comunicato che non intendeva più essere seguita da lui, Venturelli l'ha pure minacciata dicendole che lui aveva molte conoscenze nel mondo agonistico e che i suoi risultati sarebbero stati compromessi». Una storia che sarebbe finita nell'odierno fascicolo relativo al pinerolese, ma sui cui il suo legale sostiene ci siano ancora molti punti da chiarire. «Nelle intercettazioni è emersa: vedremo se c'è rilevanza penale», puntualizza Rolando.