Si delineano i contorni della frattura palesata lunedì sera in Consiglio comunale fra la sindaca Antonella Gualchi e il PD, suo partito d’appartenenza. Oggetto dello scontro la richiesta dei Democratici di rimodulare la Giunta, sostituendo nello specifico l’assessore al Lavoro Sebastiano Mana (Sinistra Popolare) per alcune carenze sul suo operato, segnalate sia dai consiglieri di maggioranza che dalla cittadinanza. «Nessuno ha messo in discussione il ruolo di Gualchi, ma sono state evidenziate delle criticità. La rivalutazione di alcune cariche, nella fattispecie quella dell’assessorato di Mana voleva essere un modo per supportare quest’Amministrazione. Nessuna intenzione di estromettere Sinistra Popolare dalla Giunta, si sarebbe potuto individuare un altro candidato dello stesso gruppo, né di imporre la presidenza del Consiglio di Piazza», dice Emanuela Semperboni, segretaria del Pd locale. Anche il coordinatore metropolitano Mimmo Carretta avrebbe consigliato alla sindaca beinaschese di dar peso alle perplessità e alle osservazioni manifestate dai consiglieri di maggioranza. Indicazioni che Gualchi ha vissuto come un’ingerenza nell’autonomia del suo ruolo. Nella controproposta da lei formulata, secondo quanto riportato da alcuni esponenti Dem, sarebbe stata disposta a sostituire l’assessore Recco, per la seconda volta in un anno di mandato, per far entrare in Giunta Cocivera e assegnare la presidenza del Consiglio a Piazza, ma non avrebbe mai messo in discussione la carica di Mana, l’unico soggetto che il PD le contestava.
01/07/2020 - 18:02