La Coldiretti boccia la proposta di un gruppo di animalisti, appoggiati da parlamentari europei, di tassare la carne bovina, suina e di pollo con una nuova imposta al 25 per cento. Una volta a entrata a regime, nel 2030, questa nuova tassazione graverebbe sui consumatori europei per oltre 32 miliardi di euro l’anno e i soldi andrebbero a finanziare il Green deal. «Alla tassa sulla carne sono contrari nove italiani su 10» affermano dalla Coldiretti, principale organizzazione degli imprenditori agricoli a livello nazionale ed europeo, a margine dei dati Eurispes. L'Ente che rappresenta un milione e mezzo di associati in Italia e in Europa, inoltre, sostiene che al momento non ci sarebbe ancora uno studio per affermare "scentificamente" che mangiare carne in giuste quantità sia dannoso per la salute. Al contrario: «i vantaggi di una dieta completa, che includa questo genere di proteine - si legge in un comunicato stampa della Coldiretti Torino - sono assolutamente indiscutibili dal punti di vista nutrizionale».
Il Piemonte, per quanto riguarda la carne, detiene il primato in Italia nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane. La zootecnia riveste un ruolo di grande importanza non solo per il settore primario ma per l’intero tessuto economico regionale. La filiera bovina conta 800mila capi e 7mila aziende, quella suina 1.200.000 capi, distribuiti in tremila aziende, quella ovina 122mila capi per duemila aziende, quella caprina 67mila capi e tremila aziende, quella avicola 32milioni di capi per 1,158 aziende e quella cunicola 2milioni di capi con 110 aziende.
Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino, commenta: «La carne prodotta dagli agricoltori torinesi e piemontesi nasce da un sistema di allevamento che, per sicurezza e qualità, non ha eguali al mondo. Un sistema consolidato anche grazie a iniziative di valorizzazione attuate dagli allevatori, con l’adozione di forme di alimentazione controllata, disciplinari di allevamento restrittivi, sistemi di rintracciabilità elettronica e forme di vendita diretta della carne, attraverso le fattorie e i mercati di Campagna Amica. Scegliere carne made in Piemonte significa preservare territori dallo spopolamento e dal degrado ambientale, oltre che valorizzare scelte imprenditoriali in aree difficili».