Operazione Fenice: un vero terremoto politico-giudiziario che ieri mattina ha portato in carcere l'ex assessore regionale Roberto Rosso, accusato di aver chiesto voti ai clan della ‘ndrangheta in occasione delle elezioni di maggio, l'imprenditore torinese Mario Burlò (in cella per concorso esterno in associazione mafiosa) che col suo consorzio OJ Solution sponsorizzava importanti società sportive (tra cui la Valpeagle che già ieri pomeriggio ha rescisso il contratto), e altre sei persone. L'ipotesi dei magistrati della Dda di Torino è che Rosso, esponente di Fratelli d'Italia, abbia chiesto aiuto all'ndrangheta (in cambio di 15mila euro) per essere eletto in Consiglio regionale (come poi avvenne).
In merito ora arrivano le dichiarazioni di Pino Masciari e Mauro Esposito. Masciari, 60 anni, imprenditore edile calabrese, è stato sottoposto dal 18 ottobre 1997 assieme alla moglie e ai due figli ad un programma speciale di protezione per aver denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni politiche: dal 2009 è cittadino onorario di Pinerolo.
Questo il loro comunicato.
"Apprendiamo le ultime notizie sulle infiltrazioni mafiose nella nostra regione e nel resto d’Italia con un grande sentimento di gratitudine nei confronti del Dr. Gratteri, della dott.ssa Loreto, di tutta la magistratura e delle forze dell’ordine. Noi abbiamo subito la violenza mafiosa reagendo con la denuncia ed in questi giorni crediamo sia opportuno che la politica e gli apparati dello Stato riflettano su alcuni aspetti che più volte abbiamo gridato ad alta voce.
Bisogna assolutamente educare i cittadini alla denuncia e su questo punto vogliamo essere chiari e non essere in nessun modo fraintesi, ma a chi denuncia deve essere garantito il futuro, deve essere garantita la giusta protezione, devono essere garantiti i giusti ristori devono essere garantiti i sostegni umani e morali. Purtroppo tutto questo non accade, anzi chi denuncia entra in un inferno Dantesco senza fine, costretto a combattere contro una burocrazia cieca che lo strangola ed a subire spesso ancora più umiliazioni e danni, di quelli che la malavita organizzata è riuscita a compiere.
Dove non è riuscita la ‘ndrangheta ci pensa lo Stato? Noi chiediamo aiuto, chiediamo di essere ascoltati di poter vivere serenamente la nostra vita ed eventualmente di metterci al servizio dello Stato come abbiamo sempre fatto e stiamo ancora facendo, vogliamo essere gli esempi da seguire .
Consigliare ad un cittadino di denunciare dovrebbe essere un obbligo, oggi invece è una grande responsabilità perchè noi sappiamo perfettamente cosa dovrà subire questa persona dopo la denuncia, e sappiamo con certezza che la sua vita sarà un inferno per le prove che lo Stato lo obbligherà ad affrontare creandogli continui ostacoli nella via della sua rinascita.
Ripetiamo con fermezza che la denuncia va fatta ed è l’unica via possibile per combattere questa grave emergenza, ma non si può chiedere ad un cittadino di fare il supereroe, lo Stato non puó essere prima mamma, e ci riferiamo alla magistratura ed alle forze dell’ordine e poi matrigna quando è ora di assumersi le responsabilità delle conseguenze che la denuncia produce".
In foto, Pino Masciari.