L'avv. Davide Ambrassa, difensore di Daniele Ermanno Bianco, ha chiesto che il suo assistito venga sottoposto a perizia psichiatrica. Il 40enne bargese è accusato dell'omicido di Anna Piccato, pensionata di 70 anni barbaramente uccisa all'alba del 23 gennaio scorso in pieno di Barge, a poche decine di metri dalla sua abitazione. Il suo corpo fu ritrovato nei giardini adiacenti alla chiesa di S. Rocco (nella foto di Tevino).
Già nel pomeriggio di quello stesso giorno, Bianco venne individuato e portato in caserma e per quel brutale delitto, perpetrato a colpi di chiave inglese, l'uomo era, ed è rimasto, l'unico indagato. Pochi giorni più tardi arrivò pure la sua confessione, anche se l'arma utilizzata per quella rapina finita nel peggiore dei modi non venne mai trovata. Ad incastrarlo c'erano però il Dna della vittima, rinvenuto su scarpe e zaino di Bianco, oltreché le immagini delle telecamere che avevano ripreso ogni suo spostamento. Rapidissime le indagini, nonostante si trattasse di un caso per nulla scontato, condotte dal pm di Cuneo Alberto Braghin.
Per Daniele Bianco, detenuto nel carcere di Ivrea, il processo è partito proprio oggi, in Tribunale a Cuneo, con l'udienza preliminare tenuta in Camera di Consiglio davanti al giudice Emanuela Dufour. Durata appena una ventina di minuti, è servita all'avv. Ambrassa per chiedere che Bianco venga valutato da uno psichiatra. La giudice si è riservata la decisione, rinviando all'udienza del 14 novembre (ore 13,30). A quel punto il difensore valuterà la scelta del rito.
Parte civile, con l'avv. Francesco Bosco, il marito e le due nipoti della signora Piccato Oggi erano tutti presenti e visibilmente scossi. Forse per la prima volta si sono trovati faccia a faccia all'uomo che ha confessato di aver ucciso la loro cara "Anita".