Dopo quasi quattro ore di Camera di Consiglio, i giudici della Corte d'Assise pochi minuti fa hanno emesso la sentenza: Fulvio Benedetto è innocente. Assolto da un'accusa pesante come un macigno: violenza sessuale di grupo e riduzione in schiavitù. Un'accusa per cui ha già patito le pene dell'inferno e da cui si è sempre dichiarato estraneo. «Sono innocente», ha sempre ribadito Benedetto, simbolo indiscusso del pastore errante. Un uomo conosciutissimo non solo in Val Chisone dov'era titolare dell'Alpeggio del Jouglard, nel Comune di Roure, non lontano dal Rifugio Selleries. Oggi Benedetto può tornare alle sue montagne a testa alta: i giudici della Prima Corte d'Assise lo hanno scagionato da quell'accusa, assolvendolo con formula piena: il fatto non sussiste. Un verdetto che ribalta le richieste avanzate dalla pm Elisa Pazé che per il pastore avrebbe voluto 9 anni di reclusione. Hanno pure stabilito la trasmissione degli atti alla Procura per valutare se Cristina F., la donna di orgini rumene che aveva denunciato Benedetto, e il suo attuale compagno, abbiano detto o meno la verità. A difendere Benedetto, che come sempre questa mattina in Tribunale era accompagnato dalla figlia Sabina e dalla moglie Franca, l'avv. Aldo Mirate di Asti. Sul numero de L'Eco del Chisone in edicola domani, ampio servizio.
02/07/2019 - 12:45