Si è appena concluso il nuovo sopralluogo disposto dalla Procura di Pinerolo sul luogo dove è stato ritrovato nella notte di domenica scorsa il cadavere di Marina Patriti, 44enne di Bruino rapita il 18 febbraio. I Carabineri e il medico legale Lorenzo Varetto, nell'ambito degli accertamenti tecnici mirati a capire le cause della morte, hanno prelevato alcuni campioni di terreno sul retro della cascina di San'Ambrogio, dove vivevano Maria Teresa Crivellari e il figlio Alessandro Marella (in carcere per l'omicidio della donna, così come Andrea Chiappetta e Calogero Pasqualino, considerati complici nel sequestro). Varetto ieri aveva eseguito l'autopsia che non avrebbe per ora indicato con assoluta certezza le modalità del decesso. L'anatomo patologo, cui il procuratore Amato ha dato 20 giorni per consegnare le risultanze, si è riservato la possibilità di eseguire ulteriori accertamenti sul cadavere. Toccherà invece a Michele Petrarulo, tossicologo del Centro antidoping di Orbassano, dire se a Marina Patriti siano stati iniettati narcotici o abbia ingerito (come ha dichiarato la Crivellari lunedì scorso nel corso dell'interrogatorio davanti al gip) un coctail di sostanze. Già domani è assai probabile che il fascicolo passi alla Procura di Torino, competente territorialmente in quanto l'omicidio sarebbe avvenuto a Sant'Ambrogio.
11/11/2010 - 15:36