Sono partiti poco fa da Via dei Mille a Pinerolo, i due pinerolesi iscritti al Mongol Rally 2018. Il meccanico cavourese Germano Barberis, 61 anni, con l'amico Renato Marello, 67 anni di Pinerolo, sono saliti a bordo di una vecchia Seat Arosa di 18 anni, 50 cavalli e 1.000 di cilindrata, per affrontare l'antica Via della Seta di Marco Polo: una sfida che non prova i cronometri ma la pazienza, che non vuole velocità ma nervi saldi. Entro settembre dovranno arrivare al traguardo di Ulan Ude in Siberia, vicino al confine con la Mongolia: oltre 20 mila chilometri tutti d’un fiato, una sfida da Guinnes solo per motori sotto i 1200 cc. Il Mongol Rally è descritto come "la più grande avventura del mondo", anche perché gli organizzatori ("The adventurists") non forniscono alcun tipo di assistenza tecnica, logistica o medica, vietano perentoriamente l'utilizzo di navigatori satellitari e autostrade, non prevedono un premio di classifica all’arrivo ma un tempo massimo: il 15 settembre. Tutti i fondi raccolti, tra iscrizioni e sponsorizzazioni, verranno devoluti in beneficienza. Cinquecento sterline, i due pinerolesi le hanno già destinate d'ufficio per la Foresta amazzonica; tutto quanto raccoglieranno dalla vendita delle loro magliette, invece, finirà al Centro Ricerche di Candiolo.
Nella giornata di domani, Barberis e Marello arriveranno a Praga, dopo i primi mille chilometri. Lunedì 16, lo start ufficiale anche per gli equipaggi arrivati da Londra, sede del primo ritrovo come da copione delle vecchie edizioni.
Da Praga, i nostri eroi attraverseranno 21 Stati cercando le strade (rigorosamente sulle carte geografiche) tra Turchia, Georgia, Russia, poi Kazakistan, Uzbechistan, Tagikistan per entrare nel Pamir e affrontare altri 1.000 chilometri a 3mila e 4mila metri di quota.
Renato Marello, pensionato, non ama l'automobile: questa sarà una prova psicologica e fisica non facile. «Farò il navigatore, cercherò di distrarmi coi paesaggi che di sicuro non avranno la monotonia del Sahara». Germano Barberis è il pilota che ama invece i motori potenti, ma qui tutto sarà legato a soli 50 piccoli cavalli: per lui si annuncia una prova di testa e di resistenza. E poi dovranno pensare al rientro: un altro mese di viaggio li attenderà dopo il traguardo, per attraversare la Russia e affrontare altri 10 mila chilometri.
14/07/2018 - 10:36