Bancarotta fraudolenta: arrestato noto commerciante di Pinerolo

14/09/2017 - 14:29

È agli arrresti domiciliari nella sua abitazione di C.so Torino a Pinerolo, il 52enne Paolo Jahier, arrestato martedì pomeriggio dagli uomini della Guardia di Finanza di Pinerolo, su mandato del gip del Tribunale di Torino Maria Francesca Abenavoli, per bancarotta fraudolenta e omesse o infedeli dichiarazioni dei redditi. Il provvedimento era stato richiesto già mesi fa dal pm Ciro Santoriello, titolare di una complessa indagine a carico del noto ed eclettico commerciante di auto, cui oggi gli inquirenti contestano un'evasione fiscale di oltre 9.300.000 euro e Iva non versata per circa 1.800.000 euro (come indicato nel comunicato stampa diramato oggi dal Comando provinciale della GdF). Cifre che, dice il suo legale, avv. Sandro Adorno, «non so da dove provengano. Questi importi nel capo d'imputazione non risultano. Valuteremo in base alla documentazione che abbiamo appena acquisito: in queste ore stiamo cercnado di capire le contestazioni». Adorno aggiunge solo un particolare: «La società per cui il mio assistito è stato arrestato, è la Erluc (con sedi in passato a Volvera e S. Secondo, ndr), dichiarata fallita (proprio su proposta del pm Santoriello, ndr) nel gennaio di quest'anno. Oggi Jahier è titolare di un salone nell'ex Macumba di C.so Torino». Uno spazio che era di proprietà dello zio dell'imprenditore.

"L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip - si legge nel comunicato stampa - è il terminale di un’impegnativa indagine condotta dalla Compagnia di Pinerolo nei confronti di due società, entrambe con sede in San Secondo di Pinerolo, operanti nel settore del commercio e compravendita di autovetture di lusso. I reati contestati spaziano dalla Bancarotta fraudolenta alle dichiarazioni dei redditi omesse ed infedeli. I fatti risalgono agli anni dal 2012 al 2015, periodo in cui il destinatario dell’ordinanza non ha presentato, pur essendovi obbligato, neppure i bilanci delle società coinvolte nel sistema criminoso, allo scopo di rendere ancora più difficoltosa la ricostruzione del volume d’affari. Le indagini dei Finanzieri hanno fatto emergere che l’imprenditore aveva pianificato e realizzato un articolato sistema criminoso consistente nella creazione ad hoc, negli ultimi otto anni, di ben quattro diverse società che venivano costantemente e dolosamente 'alleggerite' delle ricchezze, degli utili e degli assets, con grave nocumento per i creditori, in particolare per l’Erario".