Con 225 sì, 166 no e 11 astenuti, la Camera dei Deputati (al Senato si deve ancora votare) ha approvato a inizio maggio la legge sulla legittima difesa. Secondo la nuova legge, in sintesi, chi, trovandosi in casa propria o nel luogo di lavoro, si senta aggredito o minacciato, o creda minacciati e aggrediti i beni che gli appartengono in tempo di notte, può reagire utilizzando armi "legittimamente detenute" fino anche a uccidere. Il testo stabilisce che il rapporto di proporzione nella reazione esista sempre se qualcuno che si trova in casa propria o nel posto in cui lavora "usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo" per difendere non solo la "propria o altrui incolumità", ma anche i beni "propri o altrui". E questo quando "non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione".
Ne abbiamo parlato nella nostra tavola rotonda sul numero di giugno insieme a un pubblico ministero, un gioielliere, uno psicologo clinico e un commissario di Polizia locale. Ai loro interventi, che trovate pubblicati su L'Em - L'Eco Mese in edicola (disponibile anche nella versione digitale), ve ne aggiungiamo un altro. È quello di Rodolfo Pioletti (nella foto), educatore socioassistenziale che da 40 anni lavora con soggetti fragili (dal carcere alla psichiatria, agli adulti in difficoltà) e sesto Dan di ju jitsu. A lui abbiamo chiesto di indicarci quali potrebbero essere le buone pratiche per aiutare la società a impostare un percorso di sicurezza, ovvero come evitare di giungere a situazioni di "legittima difesa".
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
«Ognuno di noi dovrebbe possedere una propria capacità di valutare il rischio. È molto importante in certe situazioni saper sviare e sapersi portare fuori da un'area molto pericolosa. Una sorta di addestramento di difesa, che riduce il rischio ed elimina l'effetto sorpresa di situazioni di rischio non valutato».
ALZARE IL LIVELLO DELL'ATTENZIONE
«Ogni situazione di pericolo si viene a creare con un'azione e una reazione. È per questo che è molto importante avere costantemente una valutazione chiara di ciò che si sta facendo. Soprattutto chi lavora con il pubblico o è addetto alle relazioni deve rispettare un protocollo di grande attenzione e gestione della distanza emotiva e anche fisica. Tutto ciò è molto importante perché costringe l'interlocutore a mostrare quali sono le sue intenzioni».
LA SOLIDARIETÀ
«La capacità di chiedere la presenza di altri in caso di rischio è fondamentale e dovrebbe essere una buona pratica tra vicini di casa, colleghi di lavoro, cittadini. Le arti marziali mi hanno insegnato che la guerra la vince chi riesce a non farla».