La Conferenza Stato-Regioni, su proposta di numerosi Presidenti, il governatore del Piemonte Chiamparino in primis, ha deciso di rinviare l’esame del “Piano Lupo” preparato dal Ministero dell'Ambiente con il suo istituto di ricerca, l'Ispra, e la consulenza di una settantina di esperti per proporre un piano di contenimento articolato 22 misure e condiviso dal mondo agricolo.
Il piano ipotizzava, tra le altre soluzioni, anche un abbattimento controllato fino al 5% della popolazione di lupi in Italia, qualora le altre 21 misure precedenti non avessero dato risultati. Quest'ultimo punto è stato all’origine della richiesta formulata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, di rinviare l’approvazione del piano per un esame più accurato dell’intero provvedimento.
Diverse le reazioni. C'è che chi come la senatrice Pd, Magda Zanoni plaude alla decisione e si schiera a difesa dei lupi: «Confermo la mia contrarietà a misure di abbattimento di questa specie protetta. Si tratta semmai di assumere iniziative diverse a tutela degli allevatori». Il sindacato agricolo Cia invece reagisce duramente, in un comunicato il presidente Roberto Barbero afferma: «Trovo veramente inconcepibile che, di fronte alla levata di scudi dell’ultimo minuto delle associazioni animaliste, le Regioni abbiano subito deciso di rimandare a data da destinarsi l’esame di un piano approfondito e complesso che ha coinvolto nella redazione oltre settanta esperti e che certamente non basava le proprie conclusioni unicamente sugli abbattimenti controllati di qualche esemplare di lupo. Negli ultimi vent’anni si sono spesi moltissimi soldi per la salvaguardia e la protezione di questa specie, con il risultato che oggi si stima che in Italia ci sia una popolazione compresa tra i 1500 e i 2000 esemplari, il 10% dei quali si muove sulle nostre Alpi tra le province di Torino e Cuneo».