In queste prime righe di diario, il pinerolese Pietro Manduca, giunto alla paralimpiadi di Rio 2016 come sparring partner per la scherma, racconta le sue impressioni.
Le aspettative che si possono avere da un evento come questo vengono altamente superate quando lo si vive in prima persona, l’immaginazione non regge il confronto con la realtà. Una sensazione che ti coglie d’impatto e bastano due giorni di Villaggio olimpico per comprendere quanto questo luogo sia proprio l’anima della vita Olimpica, un’atmosfera festosa, intensamente amichevole, ma in cui contemporaneamente si percepisce, anche da esterno, la tensione del grande giorno per ogni atleta. Alessio Sarri ha riassunto perfettamente quello che si prova nel vivere il Villaggio: “Insieme alla cerimonia di apertura, il Villaggio è la cosa più bella della Paralimpiade. Qui si è davvero tutti uguali, poi arriva il giorno della gara e allora è un’altra avventura.”
Con buona parte della delegazione italiana siamo arrivati all’alba del 5, giusto il tempo per la sistemazione ed eccoci accolti al Villaggio con la Welcome ceremony. Un breve momento di “Benvenuto” e poi l’alza bandiera nella piazzetta centrale, il tutto accompagnato da musiche e colori, come del resto è Rio. Dopodiché si comincia con le sessioni di allenamento, grande concentrazione per rifinire al meglio il lavoro. Tra un po’ di ore il leggendario Maracana sarà la sede della Cerimonia di apertura. Rio2016 sta davvero cominciando.