Tre anni di reclusione: sei mesi in meno di quanto chiesto dal pm Alberto Benso. Si è concluso così, davanti ai giudici della Quarta sezione penale (presidente del collegio Arianna Maffiodo, a latere i giudici Paola Rigonat e Paolo Gallo), il processo di primo grado a carico di Salvatore Caiazza, 46enne di Frossasco, ex guardia giurata della Union Delta, colosso della vigilanza con sede a Torino in Via Reycend 21. Insieme ad altri tre dipendenti della società, secondo gli inquirenti avrebbe in sostanza aiutato l'allora amministratore delegato della Union Delta, Ezio Morettini, a far sparire dal caveau oltre 5,3 milioni di euro in 10 anni. Denaro che la società custodiva per conto di varie banche italiane. La vicenda scoppiò, con grande clamore mediatico, circa un anno fa e portò a sette arresti.
Accusati di associazione a delinquere e furto continuato ed aggravato, in quattro (tra cui l'ad) hanno scelto il patteggiamento, già formalizzato lo scorso anno: l'unico ad andare a dibattimento è stato proprio Caiazza. Per lui il processo che si è concluso oggi, dopo velocissime repliche ed un'altrettanto rapida Camera di Consiglio, ha stabilito pure la confisca dei beni già sequestrati e il pagamento delle spese processuali. «Attendiamo le motivazioni (la Corte si è riservata 90 giorni, ndr) ma certo andremo in Appello per impugnare la sentenza», anticipa il difensore di Caiazza, avv. Stefano Tizzani. «Il mio assistito faceva esattamente, parola per parola, quanto gli veniva ordinato dai vertici della società». In Appello Tizzani farà valere quello che ritiene uno dei punti a suo favore: «È stato condannato per associazione a delinquere, ma gli stessi "associati" hanno negato il suo coinvolgimento». Per Morettini, difeso dall'avv. Paolo Pacciani, è invece ancora in piedi un altro procedimento: in questo caso l'ad è chiamato a rispondere di bancarotta fraudolenta.