12/06/2015 - 09:51
Settima tappa del diario di viaggio di Laura Salvai sul sito de "L'eco del Chisone". E' partita il 19 aprile per il Sud America con il suo romanzo "Per un'ora di nuoto" nello zaino. Ora si trova a Villa Nueva (Cordoba). "L'eco" la sta seguendo sul web.
Senza avermi mai vista, Jacqueline Operti mi ha invitata a cena a casa sua a Villa Nueva, una cittadina in provincia di Córdoba. Per coincidenza (una delle tante di cui è costellato questo viaggio), abita a qualche isolato di distanza da Riccardo e Marisa, la coppia di amici che mi ospitano in questi giorni. Non sono stati loro a mettermi in contatto con lei, ma mio cugino Maurizio, che vive a Piscina. «Vai a trovare Jacqueline se hai voglia di conoscere i miei parenti, discendenti della sorella della cognata di tua nonna. Sono persone stupende», mi aveva scritto.Io faccio molta fatica a capire le parentele, ma non mi stanco mai di incontrare le persone e di ascoltare le loro storie. Così ho scritto a Jacqueline su Facebook e ci siamo accordate per vederci. Era entusiasta di conoscermi. Qualche sera dopo mi ha accolta a casa sua con il marito, i figli e i genitori, e intorno al tavolo apparecchiato per la cena hanno cominciato a fluire racconti, personaggi e paesaggi che legavano la mia storia personale alla loro. Ero talmente affascinata che quasi mi dimenticavo di mangiare.
Ines Albera, la madre di Jacqueline, parlava della nonna Teresa Martino, emigrata da giovane in Argentina da Piscina. Per tutta la vita aveva desiderato di tornare, come molti suoi conterranei, ma non aveva potuto farlo. Da vecchia si sedeva alla finestra e guardava fuori, nella direzione in cui immaginava che fosse l'Italia. Quando morì, il medico disse che aveva sofferto tanto perché non voleva morire in Argentina. La sua storia assomiglia a tante altre che ho sentito raccontare in questo viaggio: molti immigrati non si adattavano alla loro nuova vita, ma non potevano tornare indietro.
Anni fa Jacqueline ha portato i suoi genitori a conoscere i parenti in Italia: quelli del ramo paterno, radicati a Fossano, e quelli del ramo materno, radicati nel Pinerolese. Appena arrivati all'aeroporto di Caselle, spaesati e stanchi per il fuso orario, hanno sentito gridare i loro nomi da due parti diverse: entrambi i gruppi di parenti erano venuti ad aspettarli.
Ines mi parlava delle cugine di mia madre - Mariuccia, Carla, Bruna - e del cugino Gioacchino che morì in moto con il figlio Franco negli anni Cinquanta, una storia che mi aveva molto toccata da bambina. Lei aveva saputo la notizia attraverso le lettere che le donne della famiglia si scambiavano. Mentre i racconti si intrecciavano sentivo l'emozione di Ines nel vedere per la prima volta i luoghi da cui erano partiti i suoi antenati, la gioia di Jacqueline nel ritrovare le sue radici, e la curiosità di Jorge, il nipote di otto anni, che vorrebbe andare in Italia e parlare l'italiano.
Alla fine della serata ci siamo scambiati grandi abbracci e la promessa di restare in contatto. Io non ho ancora capito se siamo parenti, ma non importa. Custodiamo gli uni le storie degli altri, con affetto, ed è questo che conta davvero.
Laura Salvai
Se volete sapere qualcosa di più su Laura Salvai, il suo viaggio e il suo romanzo "Per un'ora di nuoto", visitate i siti https://sottoilcielodelleande.wordpress.com e http://www.matiskloedizioni.com/perunoradinuoto/