Bancarotta fraudolenta: con questa contestazione il pm Ciro Santoriello ha chiuso le indagini a carico di sei ex componenti del Consiglio di amministrazione della Streglio di None, azienda dichiarata fallita il 21 maggio 2013 con sentenza del giudice Claudio Canavero. Secondo la Procura, Antonio Livio Costamagna (imprenditore del Cuneese che nel 2010 rilevò, dal precedente fallimento Borsci, la storica fabbrica di cioccolatini fondata nel 1924) e Angelo Inches avrebbero commesso irregolarità contabili per impedire di ricostruire l'entità del patrimonio aziendale e il reale andamento degli affari della società da loro amministrata. La seconda ipotesi di reato riguarda Costamagna e la figlia Tatiana, nonchè Romolo e Davide Arpellino e Adriano Cerardi: avrebbero distratto 280mila euro dalla casse della società acquistando un'azienda facente capo alla Piaceretuo srl, di fatto amministrata da Costamagna e Romolo Arpellino. Ora i legali dei sei indagati (Giovanni Lageard e Isabella Dore) avranno tempo 20 giorni per depositare memorie difensive o chiedere l'interrogatorio dei loro assistiti.
Quanto alla ditta Streglio (fondata nel 1924), dopo un drastico ridimensionamento dell'organico, dallo scorso ottobre è di proprietà dell'imprenditore nichelinese Luigi Gatta. I dipendenti sono in Cassa integrazione, la produzione non è ancora ripartita e il futuro resta incerto. (Foto Bussolino)
28/02/2014 - 11:42