«È andata molto bene: il processo sta prendendo una piega molto diversa»: così l'avv. Stefano Tizzani sintetizza la lunga udienza di questa mattina, terminata intorno alle 13.30. Tizzani difende Daniele Ughetto Piampaschet, 37enne di Giaveno, unico imputato per l'omicidio di una giovane prostituta nigeriana. Oggi, davanti ai giudici della prima sezione penale della Corte d'Assise, sono comparsi tre testimoni chiave della sua difesa: Joy, la giovane fidanzata di colore di Ughetto, e i genitori dello scrittore, attualmente detenuto alle Vallette. Per gli inquirenti, coordinati dal pm Vito Destito, è stato lui ad uccidere la ventenne Anthonia Egbuna, il cui cadavere venne rinvenuto nel Po, a Torino, nel febbraio 2012. Nessuno ne denunciò la scomparsa, così come non c'è alcuna certezza sulla data della morte. Per la procura però l'assassino ha un nome e un volto, quello di Piampaschet, per due motivi fondamentali: il sangue di Anthonia, rinvenuto sulla Punto di Ughetto, e le telefonate tra i due (prima intercorse a migliaia) che improvvisamente si interrompono il 28 novembre 2011. A quella data gli investigatori fanno risalire la morte della giovane. D'altro avviso, com'è logico, il difensore: «È un processo tutto indiziario: non ci sono prove. Il cellulare potrebbe averlo gettato via lei». Ma Tizzani è soddisfatto soprattutto perché le testimonianze di oggi hanno confermato quanto già aveva dichiarato un meccanico nell'udienza di dicembre: «L'auto in quei giorni di fine novembre 2011 era in riparazione». E le macchie di sangue? «Tracce di un'aggressione precedente in cui furono feriti entrambi». Prossimo appuntamento processuale, il 4 marzo.
05/02/2014 - 16:11