Manassero, l'avvocato bibliofilo
Tra meno di due anni farà mezzo secolo di professione forense, Franco Manassero, classe 1936. È tra i meno giovani (con gli avvocati Serafino, Costanzo e Gaspari) del Foro di Pinerolo ed alla professione di avvocato ha accomunato quasi vent'anni di attività come amministratore pubblico (a Pancalieri e Pinerolo), membro dell'Istituto sostentamento clero e per quattro anni presidente dell'Ordine degli avvocati di Pinerolo. Divoratore di libri, ha una biblioteca eccezionale. Li tiene in quella che era una stalla nella sua cascina di Macello: 120 metri quadrati, oltre diecimila volumi.
Avvocato, è davvero cambiata la sua professione in questi anni? «Oggi è sempre più difficile, soprattutto per chi ha iniziato dagli Anni '80 in poi. Ci sono nuove leggi, occorre aggiornarsi continuamente. È difficile per tutti stare dietro alle novità, anche per i giudici, e spesso emergono differenze interpretative».
I numeri dicono che solo a Pinerolo gli avvocati sono circa 220. Non sono troppi?
«Direi di sì. L'errore è stato quello di aprire le possibilità di accesso alla facoltà di Giurisprudenza anche a chi non ha una cultura umanistica e la conoscenza del latino. Poi ci sono stati anni in cui ci si recava presso certe sedi di Corte d'appello per gli esami di abilitazione che risultavano più facili che altrove. Infine vorrei sottolineare che il numero elevato di avvocati può avere come conseguenza anche comportamenti deontologicamente non sempre corretti».
Si parla delle vostre parcelle. I clienti non sanno mai come regolarsi; molto è lasciato alla vostra discrezionalità! «Viene stabilito dell'Ordine un minimo ed un massimo. Ma le cause non sono tutte uguali. Le confesso che in quasi mezzo secolo di professione non ho mai avuto cause fotocopia di cause precedenti».
p.g.t.
(continua)
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Paola Molino