Scaldarsi con il cippato di legna vergine. In Alto Adige, questo tipo di centrali a biomasse sono una realtà consolidata: "L'Eco Mese" ne ha visitata una, per comprenderne meglio vizi e virtù.
Nelle valli bolzanine non hanno dubbi: «Questo è il caldo giusto». Ma la trasferibilità in Piemonte del modello altoatesino non convince tutti: e il Wwf ha fortemente criticato il Piano regionale che favorisce l'impianto di centrali. L'inchiesta - su "L'Eco Mese" di luglio appena uscito in edicola - è firmata da Daniele Arghittu, Marco Bertello e Michela Perrone.
Proseguono, intanto, le pratiche (e le polemiche) per la costruzione di due centrali di cogenerazione a Luserna S. Giovanni e a Vinovo. Nel Comune della media Val Pellice è appena stato costituito un Comitato per il "no": «Chiediamo trasparenza all'Amministrazione comunale», dicono i promotori.
A Vinovo, invece, il sindaco Maria Teresa Mairo è in prima linea per contrastare il progetto di insediamento di una centrale nell'area industriale in zona Vernea. E ha chiesto a un superesperto - Stefano Montanari, direttore del centro Nanodiagnostics di S. Vito di Spilamberto (Modena) - di stilare una relazione tecnica: qualora i rischi per la salute pubblica fossero confermati, una delibera comunale di contrarietà sarebbe più forte.
Biomasse, fin troppo "calde"
"L'Eco Mese" in Alto Adige, dove il sistema funziona
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Paola Molino
Paola Molino