Edizione 1 del 06/01/2010

E la chiamarono riforma

C'è un grande bisogno di riforme! Lo dice il Presidente della Repubblica. Le invocano un po' tutti: destra, sinistra, centro, finanche il salumaio mentre t'incarta il prosciutto. In Italia però, appena si parla di riforme, si sente subito tirare aria di presa per i fondelli, soprattutto se politica e giornali ne cantano le lodi in coro.

In città servono case in affitto, a canoni contenuti, subito. Per rispondere a quella che è ormai un'emergenza dichiarata l'assessorato alle Politiche sociali ha deciso di reperire sul mercato della locazione alloggi (almeno una decina, ma il numero verrà definito in base alle esigenze del momento) di nuova o vecchia costruzione, da affittare direttamente e poi destinarli a nuclei familiari in situazione di disagio sociale e in emergenza abitativa.

Dopo l'accordo con Fenestrelle e Torre Pellice i vertici di Turismo Torino e provincia guidati dal presidente Besso Cordero hanno dovuto confrontarsi anche con il sindaco di Pinerolo, Paolo Covato. Il tema all'ordine del giorno sempre lo stesso: la copertura delle spese per il funzionamento degli Uffici d'informazione (Iat) sparsi sul territorio.

Un conto è consentire al signor Rossi di intervenire, un altro «lasciare l'esclusiva all'iniziativa pubblica con il risultato di non fare nulla o, nella migliore delle ipotesi, rinviare a chissà quando l'attuazione».

Lo sostiene Tullio Cirri, consigliere di opposizione, nella proposta di delibera che punta a modificare, nei centri storici frazionali contraddistinti dalla sigla A, le norme che, oggi, impongono, su agglomerati di immobili spesso fatiscenti, Piani di recupero obbligatoriamente predisposti dal Comune.